mercoledì 16 maggio 2012

Mattina di Maggio

Dopo una notte tormentata dal vento, il risveglio difficile è spettacolo per i sensi.
La luce che entra dalla porta-finestra che si apre sulla città è tersa. Fin dalle prime ore del mattino risulta essere abbagliante. Non lascia nascosto nessun particolare, illumina tutto con precisione rilucente. Man mano che mi incammino il chiarore lascia intravvedere cose che non avevo mai notato; come quello scorcio del campanile di Santo Stefano, che si staglia perfettamente nel centro dell’intersezione dei tetti di coppi embricati di via Laghetto.

La stessa luce, dà vigore ai colori. Colori che la città smunta dal grigio occulta, ma che risplendenti si fanno notare: l’azzurro del cielo, il rosa del Duomo, il rosso dei palazzi di via Francesco Sforza, il giallo della Villa insieme al verde della Catalpa nei Giardini della Guastalla e l'arancione delle tovaglie dei tavolini di un bar di via Dante.

Ma la cosa più bella è apprezzare i profumi e le sensazioni che il vento libera dai contesti. Il dolce gelsomino mi ricorda di essere serena. La fragranza di briosce mi fa ricordare la compagnia che amo. Il pelucco di pioppo che vola fino al naso, mi fa rivivere l’abbraccio della neve.

Insomma, forse quel gran mal di testa che il vento mi ha destato è stato ripagato… e forse… mi è anche un po’ passato.

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