mercoledì 23 maggio 2012

Costruttori di Cattedrali (1)

Ieri, alle sette del mattino, passando come mio solito da Piazza Duomo, ho visto affaccendarsi nel montaggio di una gru lunga come una navata, diversi uomini protetti da elmetto. Li ho guardati con curiosità. Come tante piccole formiche intorno ad una enorme briciola di pane, tirando di qua e tirando di là, si coordinavano per arrivare all’obbiettivo del loro brulicare. Già nel pomeriggio, quando sono ripassata dalla stessa strada, la gru perfettamente costruita sfruttando l’orizzontalità degli spazi, era pronta per essere innalzata verso il cielo. L’ho guardata con stupore, chiedendomi che punto nell’altezza avrebbe raggiunto. Forse come le guglie più alte della Chiesa simbolo della Città? Stamattina, gli stessi uomini-formica attraevano lo sguardo mio e di altri passanti, perché la gru levata in alto, superava in altitudine la Madonnina d’oro che tutti i milanesi amano, lasciando i minuscoli operai ai Suoi piedi, come tanti nanerottoli intorno ad una sequoia, o forse meglio, come tanti uomini devoti in atteggiamento di adorazione.


Ho osservato con attenzione e ho colto che l’enorme marchingegno era pronto ad elevare diversi pezzi di marmo. Pezzi di quel marmo di Carrara che è ormai ad uso esclusivo della fabbrica del Duomo, e che perfettamente cesellati, sarebbero stati sollevati fino a raggiungere l’altezza più vicina alla loro collocazione. Ho considerato con commozione quegli uomini costruttori di Cattedrali, così come sono stati costruttori di Cattedrali gli uomini che li hanno preceduti, e così come anche io desidero essere costruttrice di Cattedrali. Ma non solo io, tutti gli uomini desiderano questo. E di ciò sono stata confermata oggi pomeriggio, quando ripassando sempre dalla stessa strada, ormai francamente costretta dalle transenne, ho notato quel poliziotto municipale che con la sua istantanea, fotografava con cura quei frammenti di sculture illuminate dal sole e pronte per il viaggio di destinazione. Ogni scatto era un attaccarsi alla pietra, così da potersi elevare con lei, così da immortalare l’immagine del desiderio infinito, quel desiderio infinito di bellezza; la bellezza di collaborare alla sacra costruzione.

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