domenica 7 febbraio 2016

"Non uccidere donne e bambini"



Non uccidere le donne e i bambini, non tradire il proprio Khan, combattere il nemico fino alla morte … sono “norme” di legge che spingono a fondare l’impero mongolo, il più vasto della storia umana.
Temüjin è un uomo, che chiede ai suoi guerrieri di “essere uomini”.
Questa esortazione permetterà di essere vincente, anche perché spingerà più volte Temüjin, ad andare a chiedere forza all’Essere superiore, a Dio. Che più volte lo aiuterà, anche se il modo rimarrà agli occhi degli spettatori “miracoloso” e non esplicito.
Aiuto di cui Temüjin resterà grato, grato così da rispettare diverse cose, tra cui il grande Monastero che poteva restare vittima di una delle sue conquiste.
Temüjin è un uomo che decide, e decide grazie al riconoscere di essere scelto. Così come è evidente in uno dei dialoghi finali del film.
Borte osserva marito e figlio.
Il padre dice al figlio: “Hai l’età per scegliere moglie. Sai, scegliere moglie è la cosa più difficile della vita”. E il figlio: “E come farò a scegliere bene”. Il padre risponde: “Ti insegnerò io. Io ho scelto bene”.
Così  Borte interviene: “Ma sono stata io a sceglierti!?”.
Lo sguardo severo di Temüjin, si ferma a guardare negli occhi Borte.
Donna forte, fedele, anche se non secondo i canoni del moralismo atteso. Donna determinata a salvare comunque e sempre, il suo uomo e il loro legame.
Temüjin ancora una volta è “uomo”, e ammette: “E’ Vero”.
Un film del 2007 che merita di essere rivisto.

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