darmi spazio per pensare;
godere di un viaggio in un paese straniero e della compagnia;
amare le montagne;
sorridere alla mamma e al papà;
studiare con la nipote;
aspettare l’arrivo del fratello;
avere freddo in una notte d’estate;
stupirmi per la neve settembrina;
raggiungere una vetta non prevista;
lasciare che la pelle scottata renda la faccia a “pallini”;
far fatica a tornare dalle vacanze;
viaggiare da sola;
trovare traffico sulla strada;
lottare contro il sonno col caffè;
alzarmi la mattina e trovare la collega sorridente;
riuscire a lavorare con serenità;
impasticcarmi per combattere l’allergia all’ambrosia;
cercare gli amici;
rallegrarmi di un pranzo;
perdermi nel dolore di un’amica;
ritrovarmi negli occhi verdi di un uomo;
scoprire un castello borromeo sconosciuto;
ridere del fumo di un barbecue;
addolorarmi per il granoturco seccato;
commuovermi per cinque donne che cercano Dio;
restare sola la sera perché tutte escono per la festa in paese;
ascoltare la musica della piazza;
desiderare il silenzio;
essere richiamata dal suono del campanile;
dire la preghiera della sera;
usare il web come un diario anticipando che tutto, un giorno, sarà detto a tutti;
ma soprattutto…
lasciare che tutte le cose capitino, toccandomi, perché non accada di lasciare che il vivere sia un vivere solo in parte, rinunciando così alla costruzione del "mio pezzetto" di Cattedrale.
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