domenica 25 dicembre 2011

E' NATALE!



Anche per la Casa!

E' NATALE!



Anche per l'appetito!

sabato 24 dicembre 2011

E' NATALE!


Et incarnatus est!
Grazie anche al grande Mozart!

E' NATALE!


Anche per la Fattoria!

Grazie Franca per i tuoi fantastici disegni!

E' NATALE!



Anche per il Web!

giovedì 8 dicembre 2011

Due opere d’arte saggiamente affiancate





La mano di San Giuseppe ripara dalla luce l’astante e rimanda calore al figlio, quello stesso figlio che l’osserva mentre lavora. Giuseppe lavora per costruire quell’intersezione tra i legni che fanno presagire la croce, quella stessa croce che ci viene anticipata dall’agnellino vicino alla culla e da Gesù neonato, che opportunamente fasciato da sacri teli, tiene gli occhi chiusi. Giuseppe è chino di fronte alla nascita del suo Signore, ed è ancora più chino di fronte alla luce di speranza che lo stesso Dio bambino tiene tra le mani, mentre lo sguardo intenso d’amore è corrisposto. Le figure statiche della Madre e dei pastori non lasciano spazio a gesti banali, è richiamata una densità dell’istante che necessita solo di contemplazione. Le mani stanche e il volto canuto e lacrimoso del falegname ci confermano che siamo di fronte a Qualcuno che comprende già il tutto del vivere.
Oggi De La Tour mi ha regalato qualche minuto di bellezza, l’attesa del Natale ne prolunga l’intensità.

mercoledì 7 dicembre 2011

EVVIVA!

Ce l'abbiamo fatta... è pubblico anche il secondo!
E ora si scrive il terzo...

domenica 27 novembre 2011

La pausa pranzo del giovedì



Una corsia mediamente per tre aspiranti;
un’immersione che mi chiede di superare l’impatto di temperatura;
galleggio;
tre bracciate;
prendo aria da destra e mi chiedo che bisogno c’è di fare tanti spruzzi;
tre bracciate;
prendo aria da sinistra e resto affascinata dall’emergere di un delfino;
tre bracciate e riguardo a destra, ma non trovo nessuno in parallelo … chi fa troppo frastuono è rimasto indietro;
tre bracciate, che si intensificano perché il ritmo alternato che mi fa inalare da sinistra voglio che mi permetta di non perdere lo spettacolo di quello stile che non sono mai riuscita a sostenere - anche se il mio istruttore spergiurava che potesse essere bello anche al femminile.
Tre bracciate;
inizio ad interrogarmi sul perché chi mi precede si è bloccato;
tre bracciate e supero;
tre bracciate, l’acqua inizia ad essere più profonda del tocco;
tre bracciate, la luce del sole entra dalle finestre e penetra nell’azzurro che riflettono le piastrelle;
tre bracciate, è il momento di cambiare stile.
Scivolo sulla superficie del livello e mi sento una raganella;
lascio che la propulsione si esaurisca prima di ridarla e controllo che null’altro che la testa emerga ritmicamente;
re-incontro il terzo della corsia;
continuo a domandarmi perché è così lento e impacciato nell’avanzare;
l’acqua torna a basso livello;
ecco è una signora e intuisco cosa le impedisce di procedere… ha paura dell’acqua profonda!
Mi dispiaccio per lei: si perde la parte migliore della vasca!
Supero.
Continuo nel ritmo e scorgo che in corsia siamo rimaste solo in due;
è il momento ideale per affrontare la prossima vasca a dorso e per riposare anche i pensieri.
Continua la volontà di essere un po’ pesciolino e le vasche si susseguono a stili alternati, fino a che gli occhi non iniziano a bruciare … non ho mai sopportato gli occhialini.
Fantastico sport!
Finisce la mezz’ora e compare già nello spogliatoio, mentre asciugo i capelli, quella meravigliosa sensazione di torpore.
Nuoto ricreativo può essere detto; approvo e esco per affrontare quello che resta dell’intenso giovedì metropolitano.
Benedette pause pranzo lunghe … in cui posso scegliere di non mangiare!

sabato 12 novembre 2011

Italia... Ora et Labora e confida nella Resurrezione! (1)


Fantastico! Un uomo che sa a memoria la Divina Commedia è un uomo da ascoltare per tutto... visione di filmato amatoriale e da lontano... ripetuto in parte da successivo post con zoom...

Italia... Ora et Labora e confida nella Resurrezione! (2)

mercoledì 9 novembre 2011

Cézanne a Milano



Entrare in una mostra allestita in modo tale da farmi sentire accolta come amica. Restare nel primo ambiente immedesimandomi con le cose e la finestra di un atéliers. Passare da una stanza all’altra facendomi lambire da frange di colore, per percepire l’evoluzione artistica di un uomo solitario. Lasciarmi istruire da un filmato per avvicinarmi al mondo percepito da altri occhi. Modulare, non modellare. Vedere colori oltre il grossolano percettibile. Riuscire a dare corpo alle cose senza la preoccupazione dalla definizione rigida della materia. Mantenere vivo il soggetto riportandolo su tela. Illuminare i paesaggi con gradazioni di luce. Godere di una infinita sfumatura di verdi. Riconoscere la maturità di qualcuno che si è dedicato tutta la vita a ciò che ama.
Grazie Paul!

martedì 1 novembre 2011

Messaggio nel colore




Capita a volte che l'occhio percepisca qualcosa che va oltre ciò che si vede. L'autunno riesce a farmi fare esperienza di questo. C'è nel sottile gioco di luce e nell'imprevedibilità della sfumatura dei colori, un messaggio sotteso che supera il manifesto. E' la bellezza che compenetra l'essere. Che spettacolo meraviglioso!

martedì 25 ottobre 2011

Visioni estive (2): da riproporre agli adulti... inquietante!


La mostruosità dell'uomo che genera, ma non è padre - e il dramma dell'uomo che crede di amare, ma è solo egoista.

lunedì 24 ottobre 2011

Visioni estive (1): da riproporre ai ragazzi... notevole!


Forse da riconsiderare due o tre battute finali, ma parliamone...

sabato 22 ottobre 2011

Pensiero dominante



Dolcissimo, possente
Dominator di mia profonda mente;
Terribile, ma caro
Dono del ciel; consorte
5
Ai lùgubri miei giorni,
Pensier che innanzi a me sì spesso torni.
Di tua natura arcana
Chi non favella? il suo poter fra noi
Chi non sentì? Pur sempre
10
Che in dir gli effetti suoi
Le umane lingue il sentir proprio sprona,
Par novo ad ascoltar ciò ch’ei ragiona.
Come solinga è fatta
La mente mia d’allora
15
Che tu quivi prendesti a far dimora!
Ratto d’intorno intorno al par del lampo
Gli altri pensieri miei
Tutti si dileguàr. Siccome torre
In solitario campo,
20
Tu stai solo, gigante, in mezzo a lei.
Che divenute son, fuor di te solo,
Tutte l’opre terrene,
Tutta intera la vita al guardo mio!
Che intollerabil noia
25
Gli ozi, i commerci usati,
E di vano piacer la vana spene,
Allato a quella gioia,
Gioia celeste che da te mi viene!
Come da’ nudi sassi
30
Dello scabro Apennino
A un campo verde che lontan sorrida
Volge gli occhi bramoso il pellegrino;
Tal io dal secco ed aspro
Mondano conversar vogliosamente,
35
Quasi in lieto giardino, a te ritorno,
E ristora i miei sensi il tuo soggiorno.
Quasi incredibil parmi
Che la vita infelice e il mondo sciocco
Già per gran tempo assai
40
Senza te sopportai;
Quasi intender non posso
Come d’altri desiri,
Fuor ch’a te somiglianti, altri sospiri.
Giammai d’allor che in pria
45
Questa vita che sia per prova intesi,
Timor di morte non mi strinse il petto.
Oggi mi pare un gioco
Quella che il mondo inetto,
Talor lodando, ognora abborre e trema,
50
Necessitade estrema;
E se periglio appar, con un sorriso
Le sue minacce a contemplar m’affiso.
Sempre i codardi, e l’alm
Ingenerose, abbiette
55
Ebbi in dispregio. Or punge ogni atto indegno
Subito i sensi miei;
Move l’alma ogni esempio
Dell’umana viltà subito a sdegno.
Di questa età superba,
60
Che di vote speranze si nutrica,
Vaga di ciance, e di virtù nemica;
Stolta, che l’util chiede,
E inutile la vita
Quindi più sempre divenir non vede;
65
Maggior mi sento. A scherno
Ho gli umani giudizi; e il vario volgo
A’ bei pensieri infesto,
E degno tuo disprezzator, calpesto
A quello onde tu movi,
70
Quale affetto non cede?
Anzi qual altro affetto
Se non quell’uno intra i mortali ha sede?
Avarizia, superbia, odio, disdegno,
Studio d’onor, di regno,
75
Che sono altro che voglie
Al paragon di lui? Solo un affetto
Vive tra noi: quest’uno,
Prepotente signore,
Dieder l’eterne leggi all’uman core.
80
Pregio non ha, non ha ragion la vita
Se non per lui, per lui ch’all’uomo è tutto;
Sola discolpa al fato,
Che noi mortali in terra
Pose a tanto patir senz’altro frutto;
85
Solo per cui talvolta,
Non alla gente stolta, al cor non vile
La vita della morte è più gentile.
Per còr le gioie tue, dolce pensiero,
Provar gli umani affanni,
90
E sostener molt’anni
Questa vita mortal, fu non indegno;
Ed ancor tornerei,
Così qual son de’ nostri mali esperto,
Verso un tal segno a incominciare il corso:
95
Che tra le sabbie e tra il vipereo morso,
Giammai finor sì stanco
Per lo mortal deserto
Non venni a te, che queste nostre pene
Vincer non mi paresse un tanto bene.
100
Che mondo mai, che nova
Immensità, che paradiso è quello
Là dove spesso il tuo stupendo incanto
Parmi innalzar! dov’io,
Sott’altra luce che l’usata errando,
105
Il mio terreno stato
E tutto quanto il ver pongo in obblio!
Tali son, credo, i sogni
Degl’immortali. Ahi finalmente un sogno
In molta parte onde s’abbella il vero
110
Sei tu, dolce pensiero;
Sogno e palese error. Ma di natura,
Infra i leggiadri errori,
Divina sei; perché sì viva e forte,
Che incontro al ver tenacemente dura,
115
E spesso al ver s’adegua,
Né si dilegua pria, che in grembo a morte.
E tu per certo, o mio pensier, tu solo
Vitale ai giorni miei,
Cagion diletta d’infiniti affanni,
120
Meco sarai per morte a un tempo spento:
Ch’a vivi segni dentro l’alma io sento
Che in perpetuo signor dato mi sei.
Altri gentili inganni
Soleami il vero aspetto
125
Più sempre infievolir. Quanto più torno
A riveder colei
Della qual teco ragionando io vivo,
Cresce quel gran diletto,
Cresce quel gran delirio, ond’io respiro.
130
Angelica beltade!
Parmi ogni più bel volto, ovunque io miro,
Quasi una finta imago
Il tuo volto imitar. Tu sola fonte
D’ogni altra leggiadria,
135
Sola vera beltà parmi che sia.
Da che ti vidi pria,
Di qual mia seria cura ultimo obbietto
Non fosti tu? quanto del giorno è scorso,
Ch’io di te non pensassi? ai sogni miei
140
La tua sovrana imago
Quante volte mancò? Bella qual sogno
Angelica sembianza,
Nella terrena stanza,
Nell’alte vie dell’universo intero,
145
Che chiedo io mai, che spero
Altro che gli occhi tuoi veder più vago?
Altro più dolce aver che il tuo pensiero?


G. Leopardi 1830-1834

giovedì 13 ottobre 2011

Harley-Davidson modelli 2012






Finalmente un modello che potrei portare anche io!

sabato 8 ottobre 2011

Con un cielo meraviglioso

Se ti svegli alla mattina e c'è un cielo meraviglioso, che fai?
Lo ammiri.
Se il primo incontro è quello con una mamma che fa fatica a vivere perchè è sola e il figlio adolescente la fa impazzire, che fai?
Programmi di cenare con lei.
Se ti hanno invitata a parlare di Haiti a quindici ragazzi e mentre parli li vedi interessati, che fai?
Decidi di essere vera.
Se torni a casa e hai la camera sottosopra, che fai?
La rassetti.
Se guardando i balconi vedi che il vento della notte oltre ad aver disturbato te ha disturbato anche loro, che fai?
Li ordini.
Se suona la campana del mezzogiorno e sai che a pranzo sarete in quattro, che fai?
Dici una preghiera e apparecchi lasciando andare lentamente in padella le verdure.
Se improvvisamente ti accorgi che stai pensando intensamente a ciò che ti manca di più, che fai?
Lasci che ti invada la memoria.
Se desideri vivere la vita sul serio, che fai?
Rispondi a quello che c'è , amandolo.

Test (2)
















































































































































domenica 2 ottobre 2011

Test (1)



Leggi attentamente l'immagine qui sopra riportata prima di andare oltre...







































venerdì 30 settembre 2011

Un grande...

Tutto sarà negato e tutto diventerà una credenza. Sarà una posizione ragionevole negare l’asfalto della strada, mentre il fatto di affermarlo diventerà un dogma religioso. Sarà una tesi razionale dire che viviamo tutti in un sogno, sarà sano misticismo dichiarare che tutti siamo svegli. Si faranno roghi per certificare che due e due fan quattro. Si sfodereranno le spade per provare che foglie sono verdi in estate. Saremo condotti a difendere non soltanto le incredibili virtù della vita umana, ma qualche cosa di più incredibile ancora: questo meraviglioso universo che ci sta di fronte. Combatteremo per i prodigi visibili, come se fossero invisibili. Contempleremo l’erba impossibile e i cieli con uno strano coraggio. Saremo tra coloro che hanno visto e perciò hanno creduto.
(G. K. Chesterton - Eretici, Torino, Lindau, 2010 [Heretics, 1905])

Il regalo di fine dottorato (2)

Ms. Ref. No.: YMIDW-D-11-00097R1
Title: EXPLORING THE MOTHER'S PERCEPTION OF LATCHING DIFFICULTY IN THE
FIRST DAYS AFTER BIRTH: AN INTERVIEW STUDY IN AN ITALIAN HOSPITAL
Midwifery

Dear Dr Paola Agnese Mauri,

I am pleased to inform you that your paper "EXPLORING THE MOTHER'S
PERCEPTION OF LATCHING DIFFICULTY IN THE FIRST DAYS AFTER BIRTH: AN
INTERVIEW STUDY IN AN ITALIAN HOSPITAL" has been accepted for publication
in Midwifery.

Thank you for submitting your work to Midwifery.

Yours sincerely,

Debra Bick, BA, MMedSc, PhD, RM
Editor-in-Chief
Midwifery

sabato 24 settembre 2011

Google oggi

Quando un'organizzazione ha dietro dei geni...





E' bello cliccare tutte le possibilità e... aspettarsi le sorprese!


giovedì 22 settembre 2011

Carnage

Checché se ne possa dire di lui, un grande regista sa tenere suspense per un’ora e venti con fiumi di parole che si dipanano tra una scena iniziale e una scena finale di pochi istanti e mute - se non consideriamo la colonna sonora - che restano fondamentali. Peraltro i quadri di apertura e chiusura si svolgono dietro le scritte in scorrimento che ci introducono a chi si è occupato dei costumi e dei trucchi, piuttosto che della sceneggiatura e della produzione e soprattutto ci confermano che saremo davanti a due grandi attrici: Jodie Foster e Kate Winslet.
Sempre grazie all’introduzione e alla capitolazione del film; si aggomitola nel palcoscenico di una stanza, o forse due – se contiamo anche la stanza da bagno – una vita intessuta di doppiezza, falsità, cinismo, buonismo, telefonate, nausea, malessere, umiliazione, pianto, sospetto, insinuazione, rabbia, incomprensione, rassegnazione, commiserazione, sarcasmo, idolatria, violenza, viltà, odio.
O forse solo di grande limite e povertà umana.
Polanski chiude lasciando con il fiato sospeso l’adulto e in un parco a giocare il bambino… e a me, in particolare, il bisogno di ciò che supera la mia miseria.


venerdì 9 settembre 2011

Rientro nella metropoli



Prima mattina. Nell’attesa della metropolitana sono seduta sulla panca della banchina. Mi si affianca un uomo che chiede conferma sulla direzione del treno in arrivo. Dopo l’opportuna conferma da parte mia, insiste con un parlare farneticante in merito a possibili mezzi di trasporto alternativi. In particolare il discorso è ossessionante sugli scooter, mentre un odore acre si propaga nell’aria. Da questo sono confermata che sono affascinata da chi parla poco e sensato, da moto di cilindrata superiore e da chi ama l’acqua e il sapone!
Le ore lavorative. Un totale di 6100 ragazzi nei palazzi di città studi. Sono stata destinata ad un’aula di via Mangiagalli, dove 200 candidati si affollano nei banchi. C’è da distribuire pennarelli, etichette adesive, test preconfezionati e vigilare! I conti devono tornare: tanti futuri studenti sono entrati in aula, tanti ne dovranno uscire e il loro numero deve corrispondere con schede anagrafiche e tabulati di risposte. Da questo sono spinta a fermarne ogni tanto qualcuno in uscita, guardarlo in faccia, chiedere a quale percorso di laurea aspira, mandare il lupo a crepare e pensare: chissà se rivedrò quei capelli color miele, quegli gli occhi neri adornati da orecchini verdi sulla graziosa silhouette della candidata in ostetricia!
Pomeriggio. Sono davanti ai giardini della Guastalla e per camminare sul marciapiede devo fare lo slalom tra capannelli compatti che si distinguono per il genere dei componenti. Alcuni di graziose fanciulle di cui gli abiti discinti lasciano visibilmente spazio alla marcata abbronzatura e altri di ragazzi, ciascuno a cavallo del proprio ciclomotore messo in mostra come se fosse un destriero. Da questo posso dedurre che sono tornata in un tempo in cui la scuola non è ancora iniziata e che se avessi fatto la prof sarei potuta restare in montagna qualche giorno in più.
Tardo pomeriggio. Percorro i portici di piazza Diaz e mi incuriosisce un venditore di bigiotteria. Mi fermo ad osservarlo con attenzione e gli chiedo se qualche settimana prima fosse stato al Passo del Tonale. A risposta affermativa intavoliamo un colloquio sulle difficoltà economiche degli artigiani che ce la mettono tutta in questo periodo di crisi. Da questo sono portata a comprare un paio di orecchini per i prossimi cinquant’anni di mia sorella e sei anelli per me… in fondo uno costava 2€ e sei 5€! Visto che sono in vena di consolazioni, mi trattengo ancora in piazza Diaz per bere una birra con un’amica.
Sera. Con il ritorno a casa si affollano i pensieri sul lavoro, sulle mail che non sono riuscita a scaricare, sulle scadenze, sugli orari dell’indomani, sul fine settimana a scrivere l’articolo…e finalmente sul fatto che tutte queste cose sono di corollario ad una bellissima luna: non è piena ma ha un alone bianco che la fa sembrare enorme. Contemporaneamente mi rendo conto che sono a casa, suonano le campane e mentre bagno il gelsomino sul balcone viene preparata anche per me una tisana rilassante. Da questo posso dedurre che a ciascun giorno basta la sua pena, la realtà è sempre più semplice dell’immagine che mi faccio su di essa e che sono voluta.
Bene Paola, bentornata nella frenetica metropoli e … arrivederci montagna!

Pubblicazione alternativa



mercoledì 24 agosto 2011

Dove sono ora



Alcuni ambienti ispirano … non solo.
Alcuni ambienti riposano … non solo.
Alcuni ambienti attraggono … non solo.
Alcuni ambienti affascinano … non solo.
Alcuni ambienti seducono … non solo.
Alcuni ambienti sono insostituibili … non solo.
Alcuni ambienti sono famigliari … non solo.
Alcuni ambienti hanno sempre qualcosa da scoprire … non solo.
Alcuni ambienti sono comunque nuovi … non solo.
Alcuni ambienti li ami … non solo.
Di questo ambiente … non posso fare a meno!

giovedì 28 luglio 2011

lunedì 25 luglio 2011

Domande lecite destate dalla realtà


Cosa ha "scoperto" Fibonacci!?
A cosa si ispira Gaudì!?
Da quale misura è data la perfezione della Cattedrale di Chartres!?
... !?

domenica 24 luglio 2011

Assaporare la bellezza







È il sole del mattino;
è il verde delle risaie;
è il sacro di uno iota;
è il pranzo piacevole;
è un rosso di Montalcino;
è l’ineguagliabile compagnia;
è il campo con le balle di fieno;
è il castello di Mirazzano;
è il parlare di itinerari della bella Italia;
è il rientro a casa;
è la voglia di preparare lo zaino;
è il desiderio di raggiungere la vetta;
è il cielo scuro tagliato dalle traiettorie aeree;
è questa serata fresca;
è tutto questo - che è solo una parte di quel che è …
… che rende assaporabile la bellezza!

lunedì 18 luglio 2011

Quadri d’estate



Le tende al balcone,
la terra da annaffiare,
il caldo notturno,
la brezza del mattino.
Il vestito colorato,
le balze leggere,
l’aria condizionata,
il lamento per il caldo.
I giapponesi che fotografano il Duomo,
i capannelli di turisti,
lingue incomprensibili,
fisionomie straniere.
Profumo di vacanza,
la voglia di “staccare”,
giochi virtuali per rilassarsi,
una tenda nel bosco anche per il Pet.
Le montagne all’orizzonte,
la luna piena,
il pensiero di partire,
il desiderio di vederti.

domenica 10 luglio 2011

Ieri



Un sabato pomeriggio trascorso con amici, prima davanti a un quartetto, poi in un ristorante.
Prima - Melodie dove sassofono, contrabbasso, pianoforte, flicorno e tromba, non sono domati dal musicista; ma trasportano l’artista e gli astanti in singoli virtuosismi.
Non è facile ascoltare il Jazz, o forse si vorrebbe confondere la musica con un bicchiere di rum e luci soffuse. Qui invece domina la vista delle colline della Valcerrina e del palazzo di Bulgari.
Poi – Carne cruda battuta a coltello, fritta con semolini, condita con salse.
Infine - La distanza da casa, è diventata veramente notevole.
Chi l’avrebbe mai detto che la prima parte della notte sarebbe trascorsa in boschi abitati solo da cinghiali e volpi, salendo strade buie, irte e scoscese, tra lampi e tuoni sopra terre del vercellese, dell’alessandrino e dell’astigiano!
Piemonte, Piemonte: che gita!