domenica 27 settembre 2009

Continuano le fiabe...

Nell’alto medioevo nasce la tradizione cortese del Rosengarten, (giardino delle rose); luogo incantevole ed inviolabile. La tradizione popolare tedesca immagina il giardino delle rose sul Catinaccio. Un piccolo spiazzo pianeggiante tra le pareti verticali, che si accende di colori all’ora del tramonto: è il lontano riverbero delle rose magiche di Laurin, che risplendevano rigogliose nel Gartl (giardinetto). Come si narra, Laurin era il re dei nani e si era messo in testa di rapire la bella Kunilde, sorella di uno dei dodici compagni di Teodorico, re degli Ostrogoti. Laurin, portò la fanciulla nel suo regno, la sposò e ne fece la regina dei nani. Il regno era così sicuro, che a proteggerlo bastava un filo di seta. Al suo ingresso, si trovava uno stupendo giardino di rose. Teodorico venne con i suoi uomini per fare la guerra a Laurin. Dopo una serie di incredibili scontri, fece prigioniero Laurin e tutti i suoi nani. Laurin sconfitto, poiché lo splendore delle sue rose aveva fatto individuare il suo rifugio, pronunciò l’incantesimo: “Voglio che nessuno possa vedere le mie rose, né di giorno, né di notte”. Si dimenticò però del crepuscolo, così i riflessi delle rose possono continuare ancora, per breve tempo, all’alba e dopo il calar del sole, ad inondare le Dolomiti di stupendi colori.
Quale morale: oltre a giustificare lo spettacolo dolomitico dell’enrosadura, ci viene ricordato che le montagne trasmettono una bellezza unica, che le supera!

In parte tratto da: Dolomiti, la spettacolare rinascita di un arcipelago. www.itacalibri.it

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