


Ho iniziato ad amare la fotografia grazie ad una amica, e ho imparato che un artista come Eugene W. Smith può dire tante cose(1).
Innanzitutto, che la fotografia a differenza di quello che potevo pensare essere l’emblema dell’arte oggettiva, è estremamente soggettiva.
I chiaro scuri di Smith, sono perché lui vede la realtà così, e così è per chi insegna.
Non si può che trasmettere la verità per come la si intuisce.
Smith, è un autore che non si è mosso per la gloria e il soldo, ma per quello in cui credeva, tanto che è morto solo, lontano dai clamori, dopo una vita difficile.
Una cosa che mi ha colpito molto, è che una delle sue fotografie più famose, nasce nel 1946(2), dopo due anni di lunga convalescenza per ferite gravi al volto, accusate durante la guerra, che gli avevano impedito a lungo di fotografare. Nonostante questo, non lo hanno contrastato come uomo e come padre, per cogliere l’attimo fuggente dei suoi due figli che passeggiavano nel parco.
Io desidero per me questo sguardo, anche dentro alla durezza che a volte la vita e le sue condizioni non risparmiano. Solo così è possibile essere ostetrica insegnante e quindi un po’:
· artigiana – le cose diventano mie e posso trattarle;
· scienziata – perché professionista a cui non manca la conoscenza disciplinare specifica e il metodo scientifico adeguato;
ma innanzitutto, donna, perché cercatrice di senso.
(1). Eugene W. Smith “Il senso dell’ombra” a cura di Gilles Mora, Editore Federico Motta
(2). Eugene W. Smith “A Walk to Paradise Garden” 1946
Innanzitutto, che la fotografia a differenza di quello che potevo pensare essere l’emblema dell’arte oggettiva, è estremamente soggettiva.
I chiaro scuri di Smith, sono perché lui vede la realtà così, e così è per chi insegna.
Non si può che trasmettere la verità per come la si intuisce.
Smith, è un autore che non si è mosso per la gloria e il soldo, ma per quello in cui credeva, tanto che è morto solo, lontano dai clamori, dopo una vita difficile.
Una cosa che mi ha colpito molto, è che una delle sue fotografie più famose, nasce nel 1946(2), dopo due anni di lunga convalescenza per ferite gravi al volto, accusate durante la guerra, che gli avevano impedito a lungo di fotografare. Nonostante questo, non lo hanno contrastato come uomo e come padre, per cogliere l’attimo fuggente dei suoi due figli che passeggiavano nel parco.
Io desidero per me questo sguardo, anche dentro alla durezza che a volte la vita e le sue condizioni non risparmiano. Solo così è possibile essere ostetrica insegnante e quindi un po’:
· artigiana – le cose diventano mie e posso trattarle;
· scienziata – perché professionista a cui non manca la conoscenza disciplinare specifica e il metodo scientifico adeguato;
ma innanzitutto, donna, perché cercatrice di senso.
(1). Eugene W. Smith “Il senso dell’ombra” a cura di Gilles Mora, Editore Federico Motta
(2). Eugene W. Smith “A Walk to Paradise Garden” 1946
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