mercoledì 15 luglio 2009

Un libro da leggere senza difficoltà che parla di: papà al parto, ma non solo…


"Siamo stati introdotti all’idea del matrimonio come amore e responsabilità. Perciò, disse la mia signora, «quando non si può fare non si fa, il massimo che ti concedo è il metodo Ogino-Knaus». È per questo che poi mi sono fatto una certa cultura sulla donna in gravidanza. Ho assistito a tutti i travagli della mia gentil partoriente e non sono svenuto neanche una volta. È lei che, invece, almeno in un paio di occasioni, ha rischiato di perdere conoscenza. E anche qualcosa di più.
Una volta perché Gloria non voleva saperne di venire al mondo, l’altra perché uscendo, non ricordo più se Teresa o Clara, aveva causato un tale sbreco all’utero della mamma, che l’emorragia non si fermava più. Si è fermata solo alla fine del rosario consigliato dall’ostetrica. Il che spiega l’importanza dell’ostetricia cristiana. Ho visto più sale parto e più bambini io che le puericultrici dei miei figli. L’uomo dovrebbe sempre accompagnare la sua donna al parto. Perché? Perché fa bene alle donne. E perché anche l’uomo potrebbe sentirsi meglio di quando credeva che i bambini sono solo affari di donne. Il parto più strano a cui ho partecipato è stato quello in stile sioux. Cos’è lo stile sioux? Avete presente uno sgabello? Ma non uno qualsiasi, tipo da pianoforte. No, uno proprio piccolino, che non ti puoi nemmeno sedere sopra senza poggiare le mani di qua e di la sul pavimento, allungando le gambe perché altrimenti le ginocchia ti finiscono in bocca. Ecco, prendete uno sgabello così e, prima di farci accomodare la vostra cara mogliettina, ponetevi alle spalle di lei e passatele le braccia sotto le ascelle fino a ricongiungere le mani sotto i suoi seni. Ecco, adesso siete pronti per sostenere il peso della vostra gestante mentre lei si siede, allarga le gambe e inizia a spingere proprio come se dovesse esprimersi in quel tal bisogno. Voi rimanete lì a sostenerla mentre l’ostetrica infila la sua mano vellutata tra le cosce della vostra signora. E «avanti, bene così, ancora uno sforzo», di spinta in spinta, piano piano, comincia a spuntare la testolina di un marmocchio turgido di peli, di sangue e di liquido amniotico.
Sembra un miracolo. E in effetti lo è. Lei spinge e l’ostetrica la incoraggia. Tu intanto sostieni i pesi più leggeri del mondo. Il peso di quel tale che sta cominciando la sua avventura nel mondo. Il peso della tua donna che guarda quel bambino come nessuno può guardarlo a questo mondo. E ringrazi Dio, gli amici, i ginecologi, le ostetriche, i vicini di casa, i preti."


Luigi Amicone, Le avventure di un padre di famiglia. Edizioni Vallecchi

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