
Eugene W Smith per Life "Midwife"
Come donna, non so se ho scelto di lavorare come ostetrica con le donne e per le donne, perché credo di poterle comprendere, oppure se è per una forma di esorcismo.
Questa seconda ipotesi, mi sembra spesso la più realistica.
Devo essere sincera: ho quasi bisogno di scongiurare il mistero che siamo, e il mio stesso inconoscibile.
Se diciamo di no, è perché dentro di noi vorremmo dire di si… ma vogliamo essere sicure che chi ci domanda, ci chiede veramente. Pertanto, aspettiamo che insista.
Se ripetiamo di no, desidereremmo ardentemente dire di sì; ma ci arrendiamo a quello che riteniamo impossibile e non vogliamo disturbare.
In ogni caso, se diciamo ripetutamente di no, è veramente NO!
Le rare volte che diciamo di sì, è proprio un sì, ed è per sempre.
Se ci viene chiesto cosa pensiamo, ci sforziamo di dire quello che auspicherebbe l’interlocutore; se chiediamo agli altri cosa vorrebbero, speriamo che dicano quello a cui aspiriamo noi.
A volte sbottiamo perché siamo stanche e chiediamo all’altro di fare quello che c’è da fare, poi inseguiamo la persona e le cose, perché devono essere preparate come vogliamo noi!
Insomma, questo post è per rappresentare quanto è difficile appartenere a questa metà dell’umano e per consolarmi: capire lo strano genere femminile è pressoché impossibile… e quindi forse è un po’ incredibile anche cogliere dei lati di me stessa.
Evviva la ricerca che scopre il mondo femminile!
Evviva le donne!
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