
Dopo un piacevole fine settimana piacentino, dove i prosciutti e gli affettati mi hanno coccolata, qualche considerazione sulla fine della didattica frontale dell’anno accademico.
In quello che rimane di giugno e durante tutto luglio, si prospetta l’inizio del difficile tempo degli esami.
Sia i laureandi della triennale che quelli del più due, saranno vittime di domande che anche da me saranno espresse.
I più pensano che i soli a patire in questo tempo, siano i poveri “studenti”, in realtà anche per chi sta dall’altra parte della scrivania, il momento non è dei più felici.
La verifica per lo studente, coincide con una doppia verifica per il docente.
Io mi domando sempre: “Cosa e come sono riuscita a trasmettere?”
In fondo allo studente è chiesta la responsabilità di sapere, all’insegnante, oltre a questa, è chiesta la responsabilità di saper trasmettere…
Quando penso a come si è trasformato il mio lavoro di ostetrica in questi anni, occupandomi di insegnamento, riconosco che è successo qualcosa di inaspettato e di affascinante, così, consiglierei a ciascuna delle mie studenti di perseguire la formazione fino a che è possibile (non trascurando, la presenza delle ostetriche nella scuola di dottorato), così che un giorno qualcuna di noi possa fare la docente universitaria sul serio (cioè riconosciuta dall’istituzione, con il giusto titolo).
C’è però da aggiungere una cosa… chi vuol fare questo cammino, a mio parere e per esperienza personale, deve anche equipaggiarsi di amici sicuri!
Io da sola non ce la farei a continuare. Con gli amici giusti è più difficile perdere l’orientamento e l’energia per perseguire gli obiettivi diventa possibile!
Per esempio, io tornando a casa, ho trovato chi mi aveva pensata, comprando un grande e buon gelato!
NB: come ben si sarà colto, sono della scuola che ritiene che una buona ostetrica deve essere ben nutrita!
In quello che rimane di giugno e durante tutto luglio, si prospetta l’inizio del difficile tempo degli esami.
Sia i laureandi della triennale che quelli del più due, saranno vittime di domande che anche da me saranno espresse.
I più pensano che i soli a patire in questo tempo, siano i poveri “studenti”, in realtà anche per chi sta dall’altra parte della scrivania, il momento non è dei più felici.
La verifica per lo studente, coincide con una doppia verifica per il docente.
Io mi domando sempre: “Cosa e come sono riuscita a trasmettere?”
In fondo allo studente è chiesta la responsabilità di sapere, all’insegnante, oltre a questa, è chiesta la responsabilità di saper trasmettere…
Quando penso a come si è trasformato il mio lavoro di ostetrica in questi anni, occupandomi di insegnamento, riconosco che è successo qualcosa di inaspettato e di affascinante, così, consiglierei a ciascuna delle mie studenti di perseguire la formazione fino a che è possibile (non trascurando, la presenza delle ostetriche nella scuola di dottorato), così che un giorno qualcuna di noi possa fare la docente universitaria sul serio (cioè riconosciuta dall’istituzione, con il giusto titolo).
C’è però da aggiungere una cosa… chi vuol fare questo cammino, a mio parere e per esperienza personale, deve anche equipaggiarsi di amici sicuri!
Io da sola non ce la farei a continuare. Con gli amici giusti è più difficile perdere l’orientamento e l’energia per perseguire gli obiettivi diventa possibile!
Per esempio, io tornando a casa, ho trovato chi mi aveva pensata, comprando un grande e buon gelato!
NB: come ben si sarà colto, sono della scuola che ritiene che una buona ostetrica deve essere ben nutrita!
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