martedì 30 giugno 2009

Una vignetta che merita il mio blog


Leggo velocemente Metro, perchè chi me lo porge mi sorride... mi fermo sulla vignetta di Darby Conley.
Eccola sul mio blog, perchè ciò che descrive con ironia "l'anestesia che viviamo", merita di essere riportato!

sabato 27 giugno 2009

Desiderio di felicità


“Ma dove e quando ho appreso che cos’era la felicità della mia vita, per averne il ricordo e provarne amore e desiderio? E non soltanto io o poche altre persone, ma tutti vogliamo essere felici. Se non ne avessimo ben precisa nozione, non ne avremmo una volontà tanto decisa. Ma che significa questo? Prova a chiedere a due persone se vogliono arruolarsi, e uno magari risponderà di sì, l’altro di no; ma chiedi se vogliono essere felici, e subito tutti e due diranno senza dubbio di sì, e anzi non hanno altro scopo che questo, d’esser felici, nel volersi o non volersi arruolare. Chi si diletta di una cosa, chi di un’altra. E così tutti si trovano d’accordo nel desiderio di felicità, così come lo sarebbero nel rispondere all’unisono, se interrogati, che desiderano godersi la vita. È questo godimento che chiamano vita felice. E anche se ciascuno ha il suo modo di godersela, uno solo è lo scopo che tutti si sforzano di conseguire, questo. La gioia di vivere, nessuno può dire di non sapere cosa sia; e per questo la si ritrova nella memoria, e la si riconosce, al solo udire il nome della felicità”.
S. Agostino, Confessioni X, 21-31

venerdì 26 giugno 2009

Mai sottovalutare l’umano

C’è l’occasione di chiedere alla mia amica prof d’italiano come sono andati i temi di maturità… inizia a raccontarmi in merito a quello dal titolo relativo al modo di comunicare di oggi (facebook and &). Io ascolto… tanto dentro di me considero: “Ma si, la nuova generazione va raggiunta come si può, ma in fondo non si rende neanche conto di cosa vuol dire comunicare”.
In realtà il mio pensiero viene presto interrotto e sono portata a stupirmi; la mia amica che continua a raccontare mi sta dicendo: “Una ragazza ha scritto che, con l’avvento del telefono, siamo riusciti a togliere i volti dalla comunicazione e con l’uso del web, stiamo togliendo la voce… praticamente stiamo smaterializzando le relazioni”.
Quale considerazione?
Mai sottovalutare chi guarda seriamente all’umano!

Dare immagine ad una frase...



“Nell’esperienza di un grande amore tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito”
Romano Guardini

domenica 21 giugno 2009

Un "post" al femminile


Eugene W Smith per Life "Midwife"

Come donna, non so se ho scelto di lavorare come ostetrica con le donne e per le donne, perché credo di poterle comprendere, oppure se è per una forma di esorcismo.
Questa seconda ipotesi, mi sembra spesso la più realistica.
Devo essere sincera: ho quasi bisogno di scongiurare il mistero che siamo, e il mio stesso inconoscibile.
Se diciamo di no, è perché dentro di noi vorremmo dire di si… ma vogliamo essere sicure che chi ci domanda, ci chiede veramente. Pertanto, aspettiamo che insista.
Se ripetiamo di no, desidereremmo ardentemente dire di sì; ma ci arrendiamo a quello che riteniamo impossibile e non vogliamo disturbare.
In ogni caso, se diciamo ripetutamente di no, è veramente NO!
Le rare volte che diciamo di sì, è proprio un sì, ed è per sempre.
Se ci viene chiesto cosa pensiamo, ci sforziamo di dire quello che auspicherebbe l’interlocutore; se chiediamo agli altri cosa vorrebbero, speriamo che dicano quello a cui aspiriamo noi.
A volte sbottiamo perché siamo stanche e chiediamo all’altro di fare quello che c’è da fare, poi inseguiamo la persona e le cose, perché devono essere preparate come vogliamo noi!
Insomma, questo post è per rappresentare quanto è difficile appartenere a questa metà dell’umano e per consolarmi: capire lo strano genere femminile è pressoché impossibile… e quindi forse è un po’ incredibile anche cogliere dei lati di me stessa.
Evviva la ricerca che scopre il mondo femminile!
Evviva le donne!

venerdì 19 giugno 2009

Grazie!

Ieri nel primo pomeriggio, abbiamo fatto una festa. Non so se fosse propriamente una festa, perché quando ci sono anche le lacrime è difficile dare il nome ai fatti… comunque sia, è stato un momento di commozione e di gratitudine.
Chiappini e Scagni vanno in pensione… due delle “mie” capo-ostetriche del percorso lavorativo da ostetrica ospedaliera, non saranno più presenti nei corridoi e nelle unità operative della Mangiagalli.
Che dire…
Sono contenta, pensando al fatto che viene chiusa in bellezza una brillante carriera, sono un po’ triste, perché non avrò più dei riferimenti.

In ogni caso, resta da dire un GRAZIE sincero, perché fin da quando sono stata giovane ostetrica, ho potuto contare su di voi!
Mi mancherete. Ciao.

martedì 16 giugno 2009

Si torna nella "fabbrica dei bambini"


Oggi è stato reso ufficiale: il Corso di Laurea in Ostetricia, dal prossimo anno accademico tornerà ad avere la sede all'interno della Clinica Mangiagalli, anzi per l'esattezza nei seminterrati della Regina Elena... si torna all'origine!
Quante generazioni di ostetriche hanno fatto lezione in quegli spazi!!! Io compresa!!!

domenica 14 giugno 2009

Domenica da dottoranda

Tante colleghe mi chiedono cosa vuol dire frequentare il dottorato.
Be, la risposta può essere data in modi diversi, a seconda di quello che si vuole sottolineare.
Innanzitutto, direi che è utile. Utile perché: un conto è parlare del mondo della ricerca scientifica (laurea triennale), un altro è imparare la metodologia della ricerca (laurea magistrale) e un altro ancora è iniziare a mettere le mani in pasta sperimentandosi nel fare ricerca!
La frequenza alle lezioni non è così impegnativa come quella della laurea triennale o del più due, perché in un certo modo, il percorso teorico è costruito un po’ ad hoc, guardandosi in faccia tra professori e dottorandi.
Certo, fare ricerca e produrre uno o due articoli da pubblicare in tre anni (durata del dottorato), chiede un impegno costante, anche se diluibile nel tempo.
Poi, devo essere sincera, i fine settimana devono essere spesso dedicati allo studio!
Così oggi per me è una lotta tra una metasintesi, una revisione e 15 articoli… ovviamente scritti in inglese!
Ancora, la ricerca chiede la conoscenza informatica, la conoscenza statistica e quella filosofica (se si vuole portare avanti anche un disegno qualitativo - come nel caso mio e di Virna).
Quindi, armiamoci di pazienza, di umiltà (visto che non possiamo essere tuttologi) e di voglia di studiare!
Infine, io confido sempre in qualcuno che mi può dare una mano.
Come ho già scritto, non concepirsi da soli nel percorso è fondamentale. Io, innanzitutto, ringrazio Virna, per esserci e per il sostegno che mi da!

venerdì 12 giugno 2009

Occhi per vedere


“L’occhio guarda, per questo è fondamentale. È l’unico che può accorgersi della bellezza. La bellezza può passare per le più strane vie, anche quelle non codificate dal senso comune. E dunque la bellezza si vede perché è viva e quindi reale. Diciamo meglio che può capitare di vederla. Dipende da dove si svela.
Il problema è avere gli occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono, nemmeno l’ordito minimo della realtà. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perché non credono che la bellezza esista.
Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio”.
Pier Paolo Pasolini
PS. Cara Fio, portami a Loreto con te!

domenica 7 giugno 2009

Ritorno a casa


Dopo un piacevole fine settimana piacentino, dove i prosciutti e gli affettati mi hanno coccolata, qualche considerazione sulla fine della didattica frontale dell’anno accademico.
In quello che rimane di giugno e durante tutto luglio, si prospetta l’inizio del difficile tempo degli esami.
Sia i laureandi della triennale che quelli del più due, saranno vittime di domande che anche da me saranno espresse.
I più pensano che i soli a patire in questo tempo, siano i poveri “studenti”, in realtà anche per chi sta dall’altra parte della scrivania, il momento non è dei più felici.
La verifica per lo studente, coincide con una doppia verifica per il docente.
Io mi domando sempre: “Cosa e come sono riuscita a trasmettere?”
In fondo allo studente è chiesta la responsabilità di sapere, all’insegnante, oltre a questa, è chiesta la responsabilità di saper trasmettere…
Quando penso a come si è trasformato il mio lavoro di ostetrica in questi anni, occupandomi di insegnamento, riconosco che è successo qualcosa di inaspettato e di affascinante, così, consiglierei a ciascuna delle mie studenti di perseguire la formazione fino a che è possibile (non trascurando, la presenza delle ostetriche nella scuola di dottorato), così che un giorno qualcuna di noi possa fare la docente universitaria sul serio (cioè riconosciuta dall’istituzione, con il giusto titolo).
C’è però da aggiungere una cosa… chi vuol fare questo cammino, a mio parere e per esperienza personale, deve anche equipaggiarsi di amici sicuri!
Io da sola non ce la farei a continuare. Con gli amici giusti è più difficile perdere l’orientamento e l’energia per perseguire gli obiettivi diventa possibile!
Per esempio, io tornando a casa, ho trovato chi mi aveva pensata, comprando un grande e buon gelato!
NB: come ben si sarà colto, sono della scuola che ritiene che una buona ostetrica deve essere ben nutrita!

lunedì 1 giugno 2009

Un giorno di "ponte"

Oggi è cominciato bene... e continua nel migliore dei modi: due ore a scuola senza studenti, per produrre quello che di solito chiede una settimana di tempo!