sabato 27 gennaio 2018

Vivere

È alzarsi per partire,
è un nonno tutto curvo che spinge a fatica la carrozzina del nipotino,
è un bambino che guarda con entusiasmo un ragazzo-giocoliere al semaforo,
è aspettare nel parcheggio un’amica,
è ascoltare le notizie alla radio,
è ricordare chi ha sofferto,
è fare un viaggio famigliare,
è riuscire a dire quello che si ha dentro,
è prendere un caffè al bar,
è camminare per un paese di case fatte con i sassi,
è un macellaio che taglia con cura un cappello del prete,
è comprare delle salamelle,
è la panettiera che lascia aperta la busta dopo che ha inserito una mica ancora calda di forno,
è la casa tra le colline dove ho studiato per la maturità,
è il fango sulle scarpe cittadine,
è scoprire una via crucis tra le pietre,
è vedere alberi con vicino a ciascuno la targa di un nome d’uomo,
è riconoscere una cappella sotto un porticato,
è entrare in una trattoria a gestione famigliare,
è un bicchiere di gutturnio,
è un piatto di “pissarei e fasoi”,
è non volersi alzare da tavola,
è scoprire uno scorcio di sole che accende il pomeriggio,
è tornare,
è aprire la porta di casa,
è una spremuta d’arancia,
è godere del silenzio di un sabato pomeriggio,
è spegnere il cellulare,
è scrivere i pensieri che tornano,
è lasciare che arrivi la sera,

è abbandonarsi alla notte.

mercoledì 24 gennaio 2018

Niall Williams - Quattro lettere d'amore

Una specie di viaggio in Irlanda.
Piacevole lettura.

sabato 20 gennaio 2018

Quasi quasi realistico.

Per quello che mi passa per la testa...

mercoledì 10 gennaio 2018

WONDER (2017)



Con i film interpretati da Julia Roberts sono sempre caduta in piedi. Non so se li ho visti proprio tutti, sicuramente i più famosi come “Pretty Woman” o “A letto con il nemico”, ma anche i meno famosi come “Scelta d’amore”, si. Sta di fatto che ieri sera è riuscita a destarmi “stupore” per l’ennesima volta - e non solo perché è una donna meravigliosa, o perché è mia coscritta.
Dopo aver accettato di fare qualcosa insieme ad amiche, temevo potesse annoiarmi un film sentimentale, legato a valori americani moralisti. Invece la competenza del regista - che permette ai diversi protagonisti di manifestare il proprio punto di vista con cui affrontare la vita - mi ha appassionato per lo svelarsi della realtà dell’essere umani, che è riuscito a far emergere.
Accettare il diverso è una delle cose più difficili del vivere, ma “non è l’altro a dover cambiare la propria faccia, siamo noi che possiamo imparare a guardare l’altro in modo diverso”. Questo, così da cogliere il punto d’attrazione e la spinta per la crescita personale.
Il film ha permesso il commuovermi nell’ordine per: un direttore scolastico con il coraggio educante, una sorella umana, un uomo-padre, una madre determinata, compagni di vita veri (perché disposti al sacrificio per affermarti come amico), il “prodigio” di un bambino che si lascia amare nonostante l’essere sfigurato da una malattia congenita.
Oddio, forse il merito di aver trascorso una serata piacevole più che a Giulia, devo riconoscerlo a Stephen Chbosky … ma va bene così.
Consiglio: “Wonder”- un film da vedere.