Sento, senza voler ascoltare, il dialogo tra due giovani
fanciulli di circa 16/17 anni. L’uno suggerisce all’altro: “Io la vorrei alta,
bionda, magra, bella e sexy”. L’altro asseconda.
Reagisco immediatamente tra me e me, considerando: «E io lo
vorrei sensibile, comprensivo, buono, determinato e leale».
A questo punto mi fermo a pensare qualche istante e sorrido
di sottecchi, quando con il ragionamento mi lascio trasportare dal gioco di confronto
tra aggettivi. Accoppiandoli due a due, resta l’apparente abisso tra il
desiderio manifestato da cuori giovani – forse troppo giovani - e un cuore più stagionato… e francamente d’indole
femminile.
Resto ancora un attimo assorta, per chiedermi se quello che
di getto si dice e pensa, esprime fino in fondo quello che realmente si vorrebbe. Mi
rispondo un “ni”.
Di fatto, credo che l’apparenza può colorare una tela, ma il
significato del quadro è più profondo.
In sincerità sfido chiunque a non confermare che la verità è - a
prescindere da come attrae e si manifesta - che l'altro, lo vorremmo «per sempre».
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