martedì 30 giugno 2015

La metafora della bestiola


A volte, penso che nel mio umano ci sia richiamo alle diverse doti che ritrovo in animali che mi circondano:
la necessità di appartenere ad un branco, come il lupo;
la volontà di amare tutta la vita lo stesso maschio, come il falco;
essere fedele e leale, come il cane;
realizzare cibi deliziosi, come l’ape;
curare il mio corpo con minuzia, come il gatto;
cambiare d’abito a seconda della stagione, come l’ermellino;
apparire colorata, come la coccinella;
concepire e partorire nel nascondimento, come la volpe;
fare fatiche incredibili, come la formica;
lasciare che il cucciolo sia accudito dal “papà”, come il pinguino;
curare tanti piccoli insieme, come l’elefante;
essere intraprendente nel rischiare la vita per i “figli”, come la leonessa;
nutrire la prole, come la capra;
avere il senso dell’altruismo, come il licaone;
avere il rifugio della tana, come la marmotta;
il bisogno di territorio proprio e nello stesso tempo di andare lontano, come l’orso;
poter salire in cima ad una montagna, come lo stambecco;
correre nel sottobosco, come il cervo;
prendere del tempo per andare in letargo, come lo scoiattolo;
chiudermi in me stessa, come la tartaruga;
mimetizzarmi per non farmi vedere, come il camaleonte;
intrufolarmi in qualche baita, come il topolino;
godere della siesta, come l’ippopotamo;
desiderare di giocare, come la scimmia;
nuotare godendo dell’acqua, come il delfino;
voler essere veloce nella corsa, come un ghepardo;
diventare aggressiva, come il rinoceronte;
tornare docile al richiamo, come il cavallo;
prendere la giusta distanza dalle cose, come la giraffa;
essere lenta nel distacco, come il bradipo;
desiderare di lavorare per la costruzione indefessamente, come il castoro;
non voler lasciare la terra, come un vermiciattolo;
desiderare il cielo, come l’aquila.

venerdì 26 giugno 2015

Sola

Una sera tra me e me,
per tornare dal lavoro stanca,
per distinguere la luna alle sei del pomeriggio,
per ritirare i panni stesi asciutti lasciati sotto ai panni bagnati,
per ascoltare il silenzio,
per assemblare un quadro che aspetta da tempo di essere appeso,
per considerare che una volta tanto si può cenare con due pesche noci,
per godere sul balcone delle lunghe ombre del crepuscolo,
per sistemare i conti in sospeso,
per sorseggiare lentamente l’acqua fresca,
per scrivere un pensiero senza l’interruzione di chi ha bisogno del computer,
per lasciare che il tempo scorra rispettando le canoniche scadenze,
per non far partire l’aria condizionata che spesso è inutile oltre che dannosa,
per caricare la lavastoviglie anche se il piatto sarà uno,
perché nessuno è rimasto a casa,
perché ogni tanto gli eventi corrispondono al desiderio di stare soli,
per lasciare che la sera m’investa con dolci pensieri,

perché domini l’amabile memoria. 

lunedì 8 giugno 2015

Se Dio Vuole: Trailer


“Se Dio vuole” il titolo di un film che valeva la pena andare a vedere, infilandomi in un cinema del centro, frequentato quasi esclusivamente da nobili figuri, dai capelli bianchi.
Un titolo che post visione trasformerei in: “Come lasciarsi cambiare lo sguardo e il cuore”. Di fatto, durante la proiezione di un’ora e mezza è questo che accade: il miracolo del cambiamento di un io, interpretato dal figlio del grande Gassman.
Ho divorato tutto il pacchetto di caramelle gommose nel terrore che si trattasse di una interpretazione blasfema o irriverente, mentre invece ho potuto constatare il tocco delicato di un regista che ha idea del Cristianesimo e di cosa possa voler dire: abbiamo tutti bisogno di essere voluti bene da Colui che c’è, basta educare gli occhi a riconoscerLo e non avere paura del fatto che il percorso per raggiungerLo può non essere quello che ci eravamo immaginati.
Buona visione, se riuscite a raggiungere la proiezione per tempo!

Questi sono film che non fanno cassetta … e girano “troppo poco”.