sabato 28 marzo 2015

Dalla magnolia al pioppo

I giorni di luce degli ultimi tempi permettono di scorgere cose non sempre apprezzabili. I fiori della magnolia colpiscono anche quando il cielo è grigio, le propaggini ancora spoglie del pioppo hanno dovuto aspettare una mattina di bagliore, per essere distinte.

Mettersi a tavola per fare colazione, avendo il tempo di sollevare le tende per lasciare entrare il chiarore del mattino, ha fatto si che i miei occhi si fissassero sugli alberi che svettano dal prato aldilà della piazzetta. Gli alberi sono sempre un’attrattiva per me. Li amo perché li sento particolarmente forti, vivi, longevi. In particolare quello gigante, robusto, che sovrasta tutti gli altri, cattura la mia attenzione. E’ un pioppo. Un pioppo dai grandi rami ancora secchi, liberi dalle fronde. Guardandolo bene, vedo che il tronco principale si staglia in diversi rami secondari, e questi, prima di diventare tante sottili frasche, raggiungono il numero di cinque. Come le cinque dita di una mano, così il pioppo si erge al cielo. E’ l’albore della settimana giusta per vivere la supplica. La supplica del pioppo che attende le foglioline che lo popoleranno tra qualche giorno, rinverdisce la supplica di salvezza del mio cuore, in attesa della Pasqua.



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