venerdì 26 settembre 2014
Forse è il team giusto quello con cui lavoro... EVVIVA!
26-Sep-2014
Dear Dr. Mauri:
Congratulations! It is a pleasure to accept your manuscript entitled
"ITALIAN MIDWIVES' EXPERIENCE TOWARDS LATE TERMINATION OF PREGNANCY. A
PHENOMENOLOGIC-HERMENEUTIC STUDY" for publication in Nursing and Health
Sciences.
.
Thank you for your fine contribution. On behalf of the Editors of the
Nursing and Health Sciences, we look forward to your continued contributions
to the Journal.
Yours sincerely,
Professor Teresa Stone
Editor-in-Chief, Nursing & Health Sciences
mercoledì 17 settembre 2014
Madama Butterfly
Ho finito di lavorare e mi dirigo verso la stazione della
metropolitana per tornare a casa. Ho appena attraversato via Larga e sono già
in Piazza Fontana. Cammino a lunghe falcate perché non voglio attardarmi sul
percorso. Svolto a sinistra e mi rallegro dello spettacolo del Duomo che mi
accingo ad affiancare. Ad un tratto mi stupisco di sentire nitidamente una voce
di donna che canta. E’ una voce impostata, difficilmente una radio o un
qualsiasi mezzo di diffusione del suono potrebbe trasmettere così limpidamente.
Continuo a procedere lesta anche se la curiosità inizia a rallentarmi. Sono già
all’altezza della porta laterale della Cattedrale e la melodia continua a
tenere il volume. Ora che è qualche istante che l’ascolto, distinguo che si
tratta di Opera … Puccini!? Non intendo bene le singole parole, ma potrebbe
essere il dramma di Madama Butterfly. Impossibile … Torno indietro e cerco di
scorgere la fonte. Finalmente la vedo, il soprano è una donna sulla sessantina,
ben vestita, dignitosa, che senza microfoni si nasconde ai piedi dell’abside.
Sotto i raggi del sole di marmo della vetrata che chiude la navata centrale,
sull’esterno, libera dalle amplificazioni per l’acustica, la donna continua a
cantare. E’ incredibile poter apprezzare le note di un’arte che ai più non
interessa, sotto il cielo di un tardo pomeriggio. Ormai sono ferma. Il fascino
e la commozione trasportano il mio pensiero lontano. Vorrei cercare di capire
perché si arriva ad accettare di usare un mondo indifferente come palcoscenico
e mi immobilizzo. Riesco solo a
recuperare alcune monete che ho nel borsellino per lasciarle nel sacchetto
riposto a pochi metri dall’artista, in attesa di incrociare lo sguardo degli
occhi di lei. E’ allora che rivedo in un attimo tutta la bellezza di cui mi è
stata data la fortuna di godere oggi. E dopo ciò - affidando quella donna al
Santo protettore degli artisti che sicuramente è elevato su una delle guglie
che la sovrasta - mi metto in marcia per ripartire.
domenica 14 settembre 2014
Un Barolo annata '67
Si susseguono mattini in cui il risveglio pone una domanda
sincera: perché vale la pena alzarmi?
La risposta è interessante, perché non si proietta nel
futuro, non si quieta in una progettualità come verrebbe da pensare: devo fare,
ho programmato di riuscire a, devo realizzare di … Questa posizione indurrebbe solo
agitazione.
Bensì, la risposta pacificante e stimolante, attinge
dall’esperienza passata. Si alimenta di memoria.
E’legata ad uno sguardo un tempo sconosciuto che so essermi
diventato amico; è per un viaggio che potrebbe stancare, che al contrario mi ha
riposata; è per una cena inaspettata a vista lago; è per una dormita in
montagna quando pensavo che le vacanze fossero finite; è per una colazione
possibile perché mi era già stato offerto del pane, ma per la quale
successivamente qualcuno ha pensato di comprarmi una briosce; è perché pur
essendo cittadina doc mi è dato di cogliere prugne direttamente dall’albero; è
perché il silenzio permette di dire cose che altrimenti non potrei dire; è
perché posso consegnare un pensiero e rimettere le cose nella giusta
dimensione; è legata al ritorno a casa e a chi mi aspetta anche se non aveva
capito che tornavo presto; è l’azzurro del cielo che porta il calore sulle
spalle; è un esame lungo lungo che diventa ancora più lungo perché una
studentessa trova modo di aprirsi; è un trenta e lode dato con tutte le
ragioni; è un ventinove per qualcuno a cui avrei voluto dare trenta; è vedere sedute
a cerchio sul prato della Guastalla le ostetriche di domani; è guardare la
compagnia delle donne che mi sono date; è riuscire a pranzare sul balcone perché
è una domenica di sole; è la ricerca del bello che avevo iniziato ad
intravvedere ieri e di cui posso essere più certa oggi.
La risposta pacificante a quel grido del mattino - per me -
è proprio perché se guardo con attenzione, è già accaduto qualcosa che non mi
ero aspettata. Qualcosa, quando non me lo sarei aspettata. Qualcosa di più di
quello che mi ero aspettata.
E’ legata al fatto che - come succede ad un vino “buono” - come
un Barolo annata ’67 – è tanto più “ricco”, tanto più invecchia, tanto più
“interiorizza ciò che è stato portato dal tempo che passa”.
E’ legata al fatto che sia che lo voglia - sia che non lo
voglia - in realtà mi è stato promesso qualcosa. E’ legata al fatto che esiste
il “centuplo” e alla fine di ogni giorno guardando a quello che accade, posso
riconoscere d’averlo sperimentato … o quantomeno, d’averlo visto!
La ragione di vivere è già “nella carne”, è solo da
riconoscere che anche oggi la sto cercando.
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