domenica 15 giugno 2014

Una sera di festa

Il pomeriggio piovoso di una domenica estiva, si prestava nel mio immaginario, ad un tempo premiato da una serie di vasche nella calda piscina a cui sono iscritta; ma come i pensieri vanno quando e dove vogliono - con difficile successo al tentativo di arginarli - così all’ispirazione per lo scrivere non posso comandare, e se lo scelgo, posso solo soggiacere.
E’ così che questo grigio e malinconico pomeriggio, si è trasformato in un rapporto serrato con la tastiera e con la testa, per estrapolare a lettere nere su foglio bianco in proiezione, la traccia del prossimo articolo, che inizia così ad avere una forma - oltre che un database.
Mi sono lasciata introdurre dagli autori studiati durante il dottorato, per poi scorrere gli articoli più recenti e scaricati via web nelle scorse settimane. PubMed ha aperto la mattinata … e forse proprio per il messaggio che ha dato imprinting al tempo di oggi, PubMed chiude il tempo di studio con la serata.
Ora, prima che termini il lavoro sui tasti - così come ho scelto di arrendermi al fervore amanuense per il paper - perché non continuare con una creatività per il blog?
In fondo in fondo, il blog rende pubblico ciò che già è, o che vorrei che fosse.
Pertanto insisto.

Quando ero piccola il mio pensiero scritto era su una carta, rilegata con una copertina rigida e quadrata, tenuta da un lucchetto d’oro, di cui persi quasi subito la chiave - per cui il segreto non fu mai. Ora il diario è in uno spazio digitale che viene definito virtuale, ma che forse rende possibile esercitare una passione che a non tutti è cara: scrivere. Pertanto scrivo. Scrivo le parole che chiudono un giorno di festa, che lascia al tempo di domani, di dire quello che oggi non sono riuscita. E ora che l’istante sarà riposo del corpo - se possibile - che sia anche riposo di pensiero.

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