sabato 31 agosto 2013

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Oggi è un giorno meraviglioso di settembre. Uno di quei giorni in cui il sole è terso e senti cantare le cicale anche nel parco di fronte a casa. In realtà sei comodamente sdraiata nel tuo letto e ti rilassi preparando domande divertenti per festeggiare i cinquant’anni di una delle tue migliori amiche. E’ proprio preparando quelle domande che ripercorri un po’ anche la tua storia e ti rendi conto che le circostanze, le persone e le cose, ti hanno portata dove sei e di questo non cambieresti nulla. Nessun rimpianto, nessun rancore, solo la bellezza di avere ancora un po’ di tempo per desiderare quella vita che non hai ancora scoperto esattamente dove ti condurrà; solo la dolcezza di poter dimostrare ancora tanto bene a chi ami.
Sono un po’ ferita, sono un po’ dolorante, ma forse è proprio questo che mi apre, senza essere melensa, senza essere sentimentale. In fondo chiedersi se siamo al posto giusto non ha niente di emotivo, anzi, schiude spazi di ragioni, di sì detti o non detti, di no detti o non detti e così della volontà di riconoscere e di scegliere ciò che ci affascina realmente, facendoci attraversare la noia e l’indifferenza che ci ucciderebbero.

Lo spazio è dato, e ciò che lo riempie è dato, ma può essere anche costruito. Io desidero costruire la Cattedrale – e ciò ai post di questo blog è stranoto – perché allora non continuare ad avere il coraggio di dirlo al mondo, con forza?
Perché forse è proprio questa l’unica cosa che mi spaventa di questo mondo: non si ha più il coraggio di costruire nulla perché si ha paura del sole, del canto delle cicale, del trascorrere del tempo, dell’amicizia, delle circostanze, delle persone, delle cose, di amare, delle ferite e del dolore, dei sì e dei no, delle scelte, della definitività … si ha paura di vivere!

1 commento:

fiorenza asson ha detto...

azzzzzzz........che bella la mia amica!!!!!!!!!!!!!!!!!!