Oggi è un giorno meraviglioso di settembre. Uno di quei
giorni in cui il sole è terso e senti cantare le cicale anche nel parco di
fronte a casa. In realtà sei comodamente sdraiata nel tuo letto e ti rilassi preparando
domande divertenti per festeggiare i cinquant’anni di una delle tue migliori amiche.
E’ proprio preparando quelle domande che ripercorri un po’ anche la tua storia
e ti rendi conto che le circostanze, le persone e le cose, ti hanno portata
dove sei e di questo non cambieresti nulla. Nessun rimpianto, nessun rancore,
solo la bellezza di avere ancora un po’ di tempo per desiderare quella vita che
non hai ancora scoperto esattamente dove ti condurrà; solo la dolcezza di poter
dimostrare ancora tanto bene a chi ami.
Sono un po’ ferita, sono un po’ dolorante, ma forse è proprio
questo che mi apre, senza essere melensa, senza essere sentimentale. In fondo
chiedersi se siamo al posto giusto non ha niente di emotivo, anzi, schiude
spazi di ragioni, di sì detti o non detti, di no detti o non detti e così della
volontà di riconoscere e di scegliere ciò che ci affascina realmente, facendoci
attraversare la noia e l’indifferenza che ci ucciderebbero.
Lo spazio è dato, e ciò che lo riempie è dato, ma può essere
anche costruito. Io desidero costruire la Cattedrale – e ciò ai post di questo
blog è stranoto – perché allora non continuare ad avere il coraggio di dirlo al
mondo, con forza?
Perché forse è proprio questa l’unica cosa che mi spaventa di
questo mondo: non si ha più il coraggio di costruire nulla perché si ha paura
del sole, del canto delle cicale, del trascorrere del tempo, dell’amicizia, delle
circostanze, delle persone, delle cose, di amare, delle ferite e del dolore, dei
sì e dei no, delle scelte, della definitività … si ha paura di vivere!
1 commento:
azzzzzzz........che bella la mia amica!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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