lunedì 23 luglio 2018

Lo svelarsi del Mistero


Diverse volte, alla mattina, capita che il mio percorso si intrecci con quello di uno scoiattolino.
Lui attraversa la strada proprio nel contempo che io arrivo con la mia Panda.
Mi fermo, e lo lasco passare, come si farebbe con un pedone.
Non so se questo accade perché:
ha capito che anche a me piacciono le noccioline (Peanuts);
albeggia, e anche lui ha la sveglia a quell'ora;
oppure, perché vuole intercettare la tenerezza del mio pensiero di sala parto e nascita.

Accade, durante il lavoro, che lo sguardo di un bambino piccolo piccolo mi ferma il respiro.
Lo stupore di due occhietti che vorrebbero mettermi a fuoco, dilatano l’attimo dell’apnea post espiro.
Non so se questo accade perché:
giovedì erano occhietti vitrei, di una creatura inanimata;
venerdì quel piccolo uomo con la pelle ancora bianca, aveva i tratti inconfondibili di un africano, che tra qualche giorno sarà nero;
oggi con Edoardo non si poteva che incrociare lo sguardo, perché in un leporino il resto del viso resta incompleto.

Spesso capita, camminando in città, che attraversando piazza Duomo mi lascio sorprendere da dei suoni accordati.
A volte è il flauto di un uomo straniero.
Altre volte è un appassionato sassofono tenore.
Oggi era un violino, di cui l’archetto era sollevato da una giovane ed agile mano.
Non so se questo accade perché:
gli Inti-Illimani piacevano a mia sorella, pertanto mi suscitano dolci ricordi;
quando ascolto un fiato struggente, la malinconia mi assale;
dopo una lunga ed intensa giornata, vorrei che il passo che mi riporta a casa, fosse leggero.

E' così, e non so se quello che mi accade, riesco a comprenderlo come dovrei.
A volte penso di sì, a volte credo di no.
So solo una cosa con certezza: nell’attimo, se lo so cogliere, si svela sempre un tratto di Mistero.

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