domenica 2 marzo 2014

Coperture pneumatiche

Oggi mi sono distratta quando attratta da un avvenimento ho iniziato a fissare cosa stava succedendo e pertanto sono rimasta a guardare.
Entra una carrozzina motorizzata di quelle per handicappati. Sopra è seduta in un modo tutto tranne che comodo, una donna che ha un'età indefinibile. La donna ha al seguito una madre e un padre - apparentemente settantenni - che la incoraggiano e le sorridono.
La donna guidatrice accosta la carrozzina alla panca.
La madre e il padre si accomodano sulla panca scelta dalla figlia, ma la carrozzina resta evidentemente troppo lontana dalla panca.
Comincia una sapiente manovra di andata e ritorno, andata e retromarcia, retromarcia e marcia... per avvicinare il più possibile - fisicamente - la propria persona al corpo di coloro dai quali ci si sente amati.
L'affaccendarsi sembra funzionare, ma ad un tratto la ruota comincia a rimbalzare contro la panca.
Lo spazio dei pneumatici impedisce il contatto ricercato e l'effetto bumerang invece di ottenere solidarizzazione (come si direbbe in ostetricia), desolidarizza.
E' un dolore che comprendo: la ricerca di qualcosa che le coperture pneumatiche rendono impossibile, o forse che tutta la vita cerca come risoluzione dell'impossibile distanza da chi amiamo, che non può essere sopportata neanche per un'ora domenicale che sembra incollare.
Quante manovre per accettare che forse la vittoria sullo spazio è data da qualcosa - che per i più - resta intangibile.

Nessun commento: