venerdì 28 marzo 2014

Chesterton (citazione)

Tutte le cose buone sono una cosa sola. Tramonti, correnti filosofiche, bambini, costellazioni, cattedrali, l'opera, montagne, cavalli, poesie - tutti questi sono solo travestimenti. Qualcosa cammina sempre tra noi con abiti mascherati, indossa il mantello grigio di una chiesa o il mantello verde di un prato. Lui è sempre lì dentro, la Sua forma riempie le pieghe in un modo così superbo.

martedì 25 marzo 2014

Nove mesi prima...

Un giorno speciale nove mesi prima di un altro giorno speciale.
Se avessi potuto io decidere di incarnarmi, perché l’avrei fatto?
Forse per dimostrare la possibile indissolubilità della diversità di un uomo e una donna, che ormai su questa terra si contesta.
Forse per arrivare a toccare la realtà fisicamente, quando si rischia di accontentarsi del virtuale.
Forse per dimostrare che ciò che costruisce in questo mondo - che se è per se stesso implode - è solo l’amore.
Forse per perpetrare qualcosa dei miei avi: è così evidente di fronte alla morte che ciascuno lotta per l’immortalità.
Forse per essere grata della vita; quando troppo spesso ci si dimentica della bellezza che è.

In realtà non ho scelto io di incarnarmi, ma Chi lo ha permesso - e lo ha fatto all’Origine - ha anche reso possibili tutti i "forse" di quello che è desiderabile.

lunedì 17 marzo 2014

Una bella giornata

Oggi, una bella giornata.
Sarà perché ieri sera il mio cuore si è addormentato sazio.
Sarà perché la notte ho dormito profondo.
Sarà perché stamattina il cielo era di un colore speciale.
Sarà perché sono riuscita a fare tutto quello che mi hanno chiesto di fare, tranne quello che avevo programmato.
Sarà perché ho rimandato il mio pranzo a fine giornata con un buon gelato.
Sarà perché la Madonnina in cima al Duomo brillava.
Sarà perché il sole mi ha scaldato alle spalle tutto il tragitto.
Sarà perché la bellezza è solo da riconoscere.
Oggi è una bella giornata.

domenica 2 marzo 2014

Coperture pneumatiche

Oggi mi sono distratta quando attratta da un avvenimento ho iniziato a fissare cosa stava succedendo e pertanto sono rimasta a guardare.
Entra una carrozzina motorizzata di quelle per handicappati. Sopra è seduta in un modo tutto tranne che comodo, una donna che ha un'età indefinibile. La donna ha al seguito una madre e un padre - apparentemente settantenni - che la incoraggiano e le sorridono.
La donna guidatrice accosta la carrozzina alla panca.
La madre e il padre si accomodano sulla panca scelta dalla figlia, ma la carrozzina resta evidentemente troppo lontana dalla panca.
Comincia una sapiente manovra di andata e ritorno, andata e retromarcia, retromarcia e marcia... per avvicinare il più possibile - fisicamente - la propria persona al corpo di coloro dai quali ci si sente amati.
L'affaccendarsi sembra funzionare, ma ad un tratto la ruota comincia a rimbalzare contro la panca.
Lo spazio dei pneumatici impedisce il contatto ricercato e l'effetto bumerang invece di ottenere solidarizzazione (come si direbbe in ostetricia), desolidarizza.
E' un dolore che comprendo: la ricerca di qualcosa che le coperture pneumatiche rendono impossibile, o forse che tutta la vita cerca come risoluzione dell'impossibile distanza da chi amiamo, che non può essere sopportata neanche per un'ora domenicale che sembra incollare.
Quante manovre per accettare che forse la vittoria sullo spazio è data da qualcosa - che per i più - resta intangibile.