giovedì 23 gennaio 2014

Discussioni tra feti... o tra uomini?


Nell’utero di una donna gravida gemellare si trovavano due fratellini gemelli identici. Ormai vicini al termine della gravidanza iniziavano a trattare argomenti di discussione sempre più articolati.

“Tu credi nella vita dopo che saremo fuori da qui? Diciamo dopo il parto?”.
“Certo. Qualcosa dopo il parto c’è sicuramente e noi siamo qui dove siamo proprio per prepararci a quello; a quello che verrà dopo”.
“Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Anche perché come potrebbe essere la vita? Sarebbe impossibile per noi vivere così come siamo!”
“A questa domanda non so rispondere. Non so, ma sicuramente so - perché in parte già vedo - che ci sarà più luce che qua dentro, anche perché la luce se guardi bene viene da fuori. E poi magari avremo più spazio per le braccia e per le gambe e per altre cose che adesso sappiamo di avere ma non riusciamo a capire cosa potrebbero servire … Magari cammineremo con le nostre gambe, correremo e giocheremo a calcio o potremo gustare cose deliziose con la bocca… visto che adesso scalciamo e assaporiamo lo zucchero del liquido amniotico”.
“Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca qualcosa di diverso da quello che riusciamo a bere? Ridicolo! E’ solo il cordone ombelicale che ci porta vita … anzi, ci dice anche che la vita dopo il parto è da escludere, perché è troppo corto per arrivare fuori da qui”.
“Invece io credo che debba esserci qualcosa. Certo, sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere già, sarà di più. In fondo qui dentro ci sei solo tu, e io ti voglio bene… ma io capisco che vorrei voler bene di più, e magari a qualcuno di un po’ diverso da me stesso …”.
“O quante storie, nessuno è mai venuto da un posto fuori da qui, nessuno è tornato dopo il parto a dirci cosa c’è fuori e poi come fai a sapere che può esserci qualcuno con la faccia o con il corpo diverso dal nostro? Sono tutte tue immaginazioni. Uscire da qui sarà la fine della vita e in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla”.
“Beh, ti confermo che io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente capisco che vedremo almeno la mamma e che lei si prenderà cura di noi”.
“Mamma? Tu credi nella mamma? E perché se c’è non si fa vedere adesso?”
“Che sciocco che sei. Certo che si fa vedere già da adesso … è tutta intorno a noi, ci contiene! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei il nostro mondo non esisterebbe. Da chi pensi che siano fatte queste pareti?”
“Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista”.
“Ma scusa, quando a volte - soprattutto quando siamo in silenzio - si riesce a sentire la voce, a percepire la sua carezza attraverso la parete che ci avvolge. Tu cosa pensi? E’ lei che ci parla e accarezza il nostro mondo. E poi sento anche un’altra voce, più profonda, più forte, che spesso le sta vicino vicino… e sento anche della musica e dei rumori. Io credo ogni giorno di più che ci sia una vita fuori da qui, che ci aspetta qualcosa di grande, che le nostre mani potranno costruire qualcosa di bello, abbracciare e che potremo fare per essere sempre più contenti!”.
“Sarà, ma io non mi fido e cerco di non pensare. Vedo solo quello che vedo e del mio cuore ascolto solo che batte. Non mi interessa scervellarmi o illudermi, non voglio restare deluso e faccio finta di niente”.

Ma un giorno iniziarono le contrazioni e un intenso massaggio ritmico e inesorabile costrinse i gemellini ad affacciarsi alla luce del canale del parto.
Il primo ad essere partorito fu proprio il fratellino scettico, che trovatosi improvvisamente accolto dalle mani dell’ostetrica che lo appoggiarono delicatamente tra le braccia della mamma e i baci del papà, piangendo irrefrenabilmente cominciò ad urlare:

“E’ tutto vero! Avevi ragione! Sbrigati a venire fuori … pigrone!”

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