venerdì 15 febbraio 2013

Tutto. Niente meno che "Tutto"


La mia amica sta uscendo di casa per andare a fare spese.
Mi saluta e inaspettatamente mi chiede: “Vuoi qualcosa?”
So che è un’amica dal cuore grande, senza misura, che comprende, che mi comprende.
Le rispondo: “Tutto!”
Ci sorridiamo. È una battuta…
L'amica esce di casa e inizio a pensare cosa vuol dire essermi alzata desiderando il “Tutto”.
Rispondo nel silenzio di me stessa… Si, so cosa vuol dire.
Improvvisamente la porta si riapre perché l'amica si è accorta di aver dimenticato il borsellino. Bene, è l’occasione per risalutarsi e per proporle un ripensamento: “Voglio uno smalto, di quelli per le unghie, come li portano le tue studentesse del liceo, di quelli azzurri, azzurro come il cielo montano di settembre”.
Mi conferma: “Celeste”.
Ha capito. Lo sapevo che avrebbe capito.
Perché il tutto è la bellezza desiderarta dell’istante dilatato all’infinito, e l’istante del tutto che desidero può essere anche in uno smalto, anche se, devo ammetterlo, ho già tutto ciò che si può comprare. Ma questo smalto che desidero, ha un valore che non ha prezzo.

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