mercoledì 30 gennaio 2013

Una lettera scritta lunedì 28 gennaio 2013

Care colleghe oggi nevica.


Non credo al caso e penso che nevica perché siamo tornate sulle nostre scrivanie dopo tre settimane di sala parto.

Scrivendovi questa prima ragione so di non essere esaustiva sullo stato in cui sono e che desidero trasmettervi, per cui cercherò di essere più esplicita.

Credo che nevica perché avevo bisogno di qualcosa di bianco che ricoprisse il rosso del sangue che mi ha invasa nelle scorse settimane; credo che nevica perché avevo bisogno di qualcosa di bello che riscattasse alcune brutture che ho visto; credo che nevica perché avevo bisogno di qualcosa di morbido che smussasse alcune lame che ho percepito nell’aria degli ambienti ospedalieri, credo che nevica perché avevo bisogno di superare la tristezza di alcuni lutti che mi hanno investita.

Non so voi, ma sono spossata e ho bisogno di riposarmi, oggi, ora, qui, su questa scrivania che mi permette di scrivervi e mi dà lo spazio per farlo.

Questo trascorso e questo essere di cui vi ricordo e che vivo, accadono sotto la neve che amo.

La neve che amo e mi ricorda quanto è colore essere ostetrica, quanto è magnifico essere ostetrica, quanto è delicato essere ostetrica, quanto è vita essere ostetrica.

E’ questo il vero riposo di oggi, sapere che siamo insieme e possiamo darci una mano ad introdurre le nuove aspiranti a questo essere, sapere che possiamo introdurre le nuove aspiranti all’essere professionale di uno dei lavori più antichi del mondo.

E’ questo che mi riposa sempre, non solo oggi. Avere qualcuno con cui condividere la vita, l’intensità dei giorni, lo spessore delle ore e delle cose che le impegnano. Avere qualcuno con cui spartire quello che desidero.

Lavoro arduo ci aspetta, coraggio non manca: buttiamoci!

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