martedì 16 ottobre 2012

Mezzogiorno

È quasi mezzogiorno. Devo tenere la lezione dalle 13 alle 15 alle studentesse del primo anno e ho calcolato che se non vado a mangiare subito, dopo non faccio più in tempo. Saluto le colleghe e vado da sola. Non riusciamo a sincronizzarci, per questa volta va così. Esco dal seminterrato dove ormai mi sono abituata a lavorare alla luminosità del neon e riscopro un mondo di luce. In questo momento il sole è veramente splendente e il cielo è di un azzurro intenso come da tempo non vedevo. Mi accingo ad attraversare i Giardini della Guastalla e rimango incantata dagli alberi. Gli ippocastani carichi di ricci e castagne, gli alberi dei tulipani con i loro tronchi rugosi e fissurati, la maestosa catalpa con le foglie marroni e gialle, i bagolari con i rami d’argento e gli imponenti platani che mi fanno sentire piccola piccola.
Sono contenta di essere qui in questo istante, ma un attimo dopo, non posso fare a meno di vagabondare lontano con il pensiero e l’immaginazione. Il clima e la trasparenza della giornata di oggi mi fanno partire.
Il viaggio mi porta lontano, e mi permette di raggiungere il promontorio della montagna salentina dove una torre saracena si affaccia a strapiombo sul mare. Lì si apre l’insenatura di Porto Selvaggio e non puoi fare a meno di restare con il fiato sospeso guardando il mare infrangersi sugli scogli.
Suona la campana di S. Barnaba e Paolo di via della Commenda per richiamare all’Angelus, e sono riportata con i piedi nell’erba del giardino. È un attimo sufficiente per stare e poi ripartire una seconda volta con la fantasia.
È impossibile con un tempo come oggi essere fermi. Così raggiungo quel punto della valle dove una chiesetta dedicata alla Madonna del Carmelo introduce alla vista delle cime più periferiche dell’Ortles e del Cevedale. Immagino i larici che iniziano a diventare d’oro e intravvedo qualche ungulato all’orizzonte. È uno spettacolo che vivo grazie al ricordo e al torpore del sole che mi scalda la schiena.
Ho finito di attraversare il Giardino, anche se ho scelto di fare la strada più lunga. Mi aspetta il pranzo e la lezione. Cose belle e famigliari, come i luoghi che ho rivisitato con la memoria, come ciò che amo di più.

giovedì 11 ottobre 2012

martedì 2 ottobre 2012

Pianeti donna


Donne...

hanno forze che sorprendono gli uomini;
sopportano fatiche e portano fardelli;
comprendono la felicità, l'amore e la gioia;
sorridono quando vogliono urlare;
cantano quando vogliono piangere;
piangono quando sono felici;
ironizzano quando sono nervose;
combattono per quello in cui credono;
si ribellano all’ingiustizia;
rinunciano per far avere di più all’altro;
vanno dal dottore con un’amica spaventata;
piangono quando i bambini vincono;
festeggiano quando gli amici ricevono premi;
godono quando sentono parlare di una nascita o di un matrimonio;
i loro cuori si spezzano quando muore un amico;
stanno in lutto per la perdita di un membro della famiglia;
sono forti quando pensano che non sia rimasta più forza;
sanno che un abbraccio ed un bacio possono curare un cuore spezzato;
accarezzano quando amano sul serio.

Di donne ce ne sono di tutte le forme, misure e colori.
Possono portare gioia, speranza e amore.
Hanno compassione ed idee.
Danno supporto morale alla famiglia e agli amici.
Le donne hanno cose vitali da dire e tutto da dare.
E con questo, se c'è un difetto nelle donne, è che a volte dimenticano il loro valore, dimenticando di essere donne.