venerdì 21 agosto 2009

Vacanza salentina


Il sole sorge veloce; quando non sono ancora pronta per partire, è già alto.
Salviettoni da mare, materassino, sdraio, ombrellone, creme solari.
La borsa termica per l’acqua, un melone “della Fattoria” e qualche taralluccio.
Auto rigorosamente parcheggiata, tenendo conto di dove cade al mattino l’ombra, del muretto di cinta della casa.
La perlustrazione della costa è durata tutta la prima settimana: da Porto Selvaggio a Lido Pizzo, da Lido Conchiglie alla Baia della Suina, da Santa Caterina a Gallipoli.
Il mare ha un colore meraviglioso, dato anche dalla trasparenza dell’acqua.
Un pomeriggio ho contato almeno quindici sfumature: marrone sabbia, vicino alla riva; una serie di verdi, nella fascia centrale; fino a raggiungere un blu intenso, all’orizzonte.
La costa è a tratti bassa, con spiaggia, e a tratti scogliosa con pendii.
Studiate meticolosamente dai Normanni, una serie di Torri la dominano; come se ancora oggi, ci si dovesse difendere dai Saraceni.
Chi sta con me, non ha potuto fare a meno di mettere come sfondo al desktop del palmare, questo spettacolo.
Quando sono sotto l’ombrellone; cerco di leggere e a tratti mi abbandono al sonno.
Quando sfido il sole; non posso dimenticare la crema…
In ogni caso, il passatempo preferito è lasciar correre i pensieri, con lo sguardo rivolto all’infinito.
Il paesaggio è solo tenda, di un grande palcoscenico.
I bagni sono freschi, una volta è stato possibile riscoprire una grotta costiera, dall’acqua gelida.
Tutto noto, ma sempre nuovo.
I ricordi e le sensazioni, riemergono potenti.
La pelle che li avverte, è comunque la mia, ma non è più la stessa.
Nel tempo che scorre, tante cose sono cambiate.
In ogni caso, affetti famigliari, mi legano a questa terra in modo speciale, e delle persone del posto, resta un saluto inconfondibile: “Ciao, Signora!”.
Ne conservo l’efficacia, in attesa di tornare!

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