sabato 8 giugno 2019

Uno spunto per malumore, per sorridere alla vita


In un tempo di malumore; quale un furto può generare,
si innesca un tempo di camminate, per tornare a ciò che fa sorridere.

L’albeggio trova dei coniglietti, due o tre, a mangiare indisturbati nel parco;
le macchine scorrono già veloci, sotto il ponte aereo;
percorrere quindici chilometri giornalieri, anticipa le ascese estive;
l’arrivo al lavoro al solito orario, non è così scontato;
pensare di tornare a casa, innesca la piena consapevolezza di volerlo fare;
i bambini nei cortili, giocano ancora a mondo;
un lui e una lei anziani lasciano lo spazio per guardarsi come la prima volta, stando seduti su una panchina;
uno scoiattolo si ferma mentre gli passo vicino, senza scappare;
il sole si fa rosso all’orizzonte, quale volesse bruciare il cielo;
l’uomo del negozio al piano terra ci prova, nonostante i mei cinquant’anni.

E così, ciò che arriva imprevisto, può riportare in quella fetta di realtà che l’abitudine poteva farmi dimenticare.
E sorrido alla vita, che con me è sempre stata generosa, anche nel regalarmi comodità.

lunedì 20 maggio 2019

Poniamoci una domanda

So che è brutto dirlo, ma forse è giunto il tempo di porsi una domanda con sincerità: siamo ancora un paese civile?

sabato 4 maggio 2019

Farewell di Guccini



Farewell di Guccini



E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent' anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere
che scoppia un giorno e non spieghi il perchè:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.

Giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos' era, vedersi ogni sera;
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.

Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino;
e una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città addormentata non era mai stata così tanto bella.

Era facile vivere allora ogni ora,
chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci,
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell' epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d' avere trovato la chiave segreta del mondo.

Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d' avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un' emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.

"The triangle tingles and the trumpet plays slow"...

Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d' estate
con qualcosa di fragile come le storie passate:
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me...