Lo scialle era ripiegato in modo da fargli vedere il visetto rugoso e
le manine avvizzite. Stava lì impalato e si chiedeva che cosa si aspettavano
che se ne facesse, le donne, di quel fagotto che la levatrice gli aveva messo
fra le braccia, quand’ecco all’improvviso sentì una scossa che fece tremare lui
e la bambina. Non veniva da nessuna delle persone presenti, eppure non riusciva
a rendersi conto se fosse stata la piccina a trasmetterla a lui o lui alla
piccina. E subito il cuore cominciò a battergli nel petto come non era mai
accaduto prima, e di colpo non si sentì più intirizzito, né triste, né
irrequieto, né arrabbiato e gli parve invece di star proprio bene. La sola cosa
che lo inquietava era di non riuscire a capire perché il cuore dovesse battere
e martellare in quel modo nel suo petto, dal momento che lui non aveva né
ballato, né corso, né si era arrampicato su per montagne scoscese.
“Vi prego”, disse alla levatrice, “mettete la mano qui, e sentite! Mi
sembra che il cuore batta in modo così strano”.
“E’ proprio batticuore”, asserì la levatrice, “forse ci andate soggetto
ogni tanto?”
“No, non l’ho mai avuto prima”, assicurò Jan. “Mai in questo modo”.
“Non vi sentite bene, allora? Avete male in qualche posto?”
No, no davvero.
La levatrice non riusciva a capire che cosa gli succedesse. “Ad ogni
buon conto vi prendo io la bambina”, disse.
Ma allora Jan sentì che non voleva staccarsi dalla piccina.
“No; lasciatemela tenere ancora, la bimbetta”, replicò.
E le donne dovettero leggere nei suoi occhi, o udire nella sua voce,
qualcosa che le rese allegre, perché la levatrice increspò le labbra e le altre
scoppiarono addirittura in una grande risata.
“Non vi era mai capitato prima di voler così bene a qualcuno da avere
il batticuore per causa sua?”, chiese la levatrice.
“No”, rispose Jan.
E nello stesso istante capì cos’era stato a far battere il suo cuore. E
non soltanto questo: cominciò anche a intuire cosa gli era mancato per tutta la
vita. Perché chi non sente battere il cuore nel dolore o nella gioia non può di
certo essere considerato un vero essere umano.
Pag 20-21 Edizione Iperborea de “L’imperatore di Portugalla” di Selma
Lagerlöf
Iniziare
e terminare di leggere un romanzo per riascoltare che, per poter amare da vero
essere umano si ha da nascere, vivere, morire.