domenica 4 gennaio 2015
Inizio anno 2015
C’è un modo di dire simpatico che tutti gi anni, quando comincio l’anno, mi accompagna: “quello che fai il primo dell’anno, lo farai tutto l’anno!” Impegnativo – detto ciò - intrattenersi in qualsiasi attività, se si accetta come vero che quelle a cui si darà spazio il primo gennaio, saranno quelle che accompagneranno il susseguirsi dei trecentossesantacinque giorni dei dodici mesi che seguiranno. In ogni caso, per l’ironia che il detto comporta e per non sbagliare di perdere anche solo il bene di un giorno trascorso a livello del desiderio; anche quest’anno mi sono messa nelle condizioni di cominciare “bene” il 2015. Innanzitutto baci e abbracci ai famigliari presenti allo scocco della mezzanotte. Genitori, sorella, nipoti e cognato sono sicuramente presenze di cui essere grata. Ben presto ho spedito una serie di messaggi agli amici per augurare tutto il bene possibile. Di fatto dietro ad ogni invio c’è il sottinteso: ti avrei voluto qui con me, perché non riesco a concepirmi sola. Poi il brindisi e il panettone. Sono sicuramente un po’ festaiola e tanto golosa. Contemporaneamente lo sguardo è stato rivolto da tutti ai fuochi artificiali. Impossibile non incantarsi di fronte alla valle illuminata da un cielo multicolore. Poi il caldo del lettuccio. Il riposo è il primo modo per volersi bene. Nonostante la trapunta di piuma, sono stata costretta a stare rannicchiata per il freddo che altrimenti avrebbe assalito un piede o un braccio, ma il sacrifico del naso congelato è stato vinto dal penetrante profumo di camino. Ai risvegli notturni inevitabili è bene - dato che non escludiamo che si potrebbero perpetrare per tutto l’anno - dare uno spazio convogliato a dolci pensieri: abbracci che potranno essere dati, gusti e profumi che potranno essere assaporati, gite che potranno essere fatte, nostalgia di “bellezza”. Al risveglio: la colazione. Nel dubbio “del detto” è bene non lasciarsi mancare nulla di quello che è possibile e buono. Poi, lavarsi, pettinarsi, truccarsi (possibilmente domando qualcuno di quei segni che “ci si mette una vita a far comparire”), mettersi gli scarponi e incamminarsi in compagnia. I bisogni insostituibili sono: l’acquisto di generi di prima necessità, il godere dell’aria (in questo caso frizzante), del sole (in questo caso sfolgorante), del cielo (in questo caso azzurro intenso) e della voglia di raggiungere una meta. Per chiudere: il servizio a perché tutti i presenti possano essere messi nelle stesse condizioni: assicurarsi il possibile, irriducibile e inequivocabile perpetrarsi dei giorni che cercano e portano il desiderato. Ecco, alla luce del sopra-riportato, che il simpatico "detto" può essere modificato: "quello che hai fatto il primo dell'anno è stato così vero da desiderare che riaccada per tutto l'anno?" Ai sinceri, l'ardua risposta.
Iscriviti a:
Post (Atom)