
Una corsia mediamente per tre aspiranti;
un’immersione che mi chiede di superare l’impatto di temperatura;
galleggio;
tre bracciate;
prendo aria da destra e mi chiedo che bisogno c’è di fare tanti spruzzi;
tre bracciate;
prendo aria da sinistra e resto affascinata dall’emergere di un delfino;
tre bracciate e riguardo a destra, ma non trovo nessuno in parallelo … chi fa troppo frastuono è rimasto indietro;
tre bracciate, che si intensificano perché il ritmo alternato che mi fa inalare da sinistra voglio che mi permetta di non perdere lo spettacolo di quello stile che non sono mai riuscita a sostenere - anche se il mio istruttore spergiurava che potesse essere bello anche al femminile.
Tre bracciate;
inizio ad interrogarmi sul perché chi mi precede si è bloccato;
tre bracciate e supero;
tre bracciate, l’acqua inizia ad essere più profonda del tocco;
tre bracciate, la luce del sole entra dalle finestre e penetra nell’azzurro che riflettono le piastrelle;
tre bracciate, è il momento di cambiare stile.
Scivolo sulla superficie del livello e mi sento una raganella;
lascio che la propulsione si esaurisca prima di ridarla e controllo che null’altro che la testa emerga ritmicamente;
re-incontro il terzo della corsia;
continuo a domandarmi perché è così lento e impacciato nell’avanzare;
l’acqua torna a basso livello;
ecco è una signora e intuisco cosa le impedisce di procedere… ha paura dell’acqua profonda!
Mi dispiaccio per lei: si perde la parte migliore della vasca!
Supero.
Continuo nel ritmo e scorgo che in corsia siamo rimaste solo in due;
è il momento ideale per affrontare la prossima vasca a dorso e per riposare anche i pensieri.
Continua la volontà di essere un po’ pesciolino e le vasche si susseguono a stili alternati, fino a che gli occhi non iniziano a bruciare … non ho mai sopportato gli occhialini.
Fantastico sport!
Finisce la mezz’ora e compare già nello spogliatoio, mentre asciugo i capelli, quella meravigliosa sensazione di torpore.
Nuoto ricreativo può essere detto; approvo e esco per affrontare quello che resta dell’intenso giovedì metropolitano.
Benedette pause pranzo lunghe … in cui posso scegliere di non mangiare!
un’immersione che mi chiede di superare l’impatto di temperatura;
galleggio;
tre bracciate;
prendo aria da destra e mi chiedo che bisogno c’è di fare tanti spruzzi;
tre bracciate;
prendo aria da sinistra e resto affascinata dall’emergere di un delfino;
tre bracciate e riguardo a destra, ma non trovo nessuno in parallelo … chi fa troppo frastuono è rimasto indietro;
tre bracciate, che si intensificano perché il ritmo alternato che mi fa inalare da sinistra voglio che mi permetta di non perdere lo spettacolo di quello stile che non sono mai riuscita a sostenere - anche se il mio istruttore spergiurava che potesse essere bello anche al femminile.
Tre bracciate;
inizio ad interrogarmi sul perché chi mi precede si è bloccato;
tre bracciate e supero;
tre bracciate, l’acqua inizia ad essere più profonda del tocco;
tre bracciate, la luce del sole entra dalle finestre e penetra nell’azzurro che riflettono le piastrelle;
tre bracciate, è il momento di cambiare stile.
Scivolo sulla superficie del livello e mi sento una raganella;
lascio che la propulsione si esaurisca prima di ridarla e controllo che null’altro che la testa emerga ritmicamente;
re-incontro il terzo della corsia;
continuo a domandarmi perché è così lento e impacciato nell’avanzare;
l’acqua torna a basso livello;
ecco è una signora e intuisco cosa le impedisce di procedere… ha paura dell’acqua profonda!
Mi dispiaccio per lei: si perde la parte migliore della vasca!
Supero.
Continuo nel ritmo e scorgo che in corsia siamo rimaste solo in due;
è il momento ideale per affrontare la prossima vasca a dorso e per riposare anche i pensieri.
Continua la volontà di essere un po’ pesciolino e le vasche si susseguono a stili alternati, fino a che gli occhi non iniziano a bruciare … non ho mai sopportato gli occhialini.
Fantastico sport!
Finisce la mezz’ora e compare già nello spogliatoio, mentre asciugo i capelli, quella meravigliosa sensazione di torpore.
Nuoto ricreativo può essere detto; approvo e esco per affrontare quello che resta dell’intenso giovedì metropolitano.
Benedette pause pranzo lunghe … in cui posso scegliere di non mangiare!