domenica 21 novembre 2010

Humour da ostetrica...






Un piacevole mezzogiorno piacentino



Primo, secondo di affettati, contorno di verdure scottate, torta sbrisolona, caffè e una bottiglia di bonarda amabile per due! Totale della spesa 24 euro… evviva le trattorie piacentine! Evviva la buona compagnia!


sabato 6 novembre 2010

La "conclusione" di una dichiarazione...

...nel modo in cui nessuno vorrebbe. Sigh!

lunedì 1 novembre 2010

Di fronte a qualcosa di meraviglioso... invento una fiaba


C’era una volta una valle incantata, dove vivevano felicemente quattro fate meravigliose.
Una era Inverno e portava un manto bianco.
Una era Primavera e portava un manto verde.
La terza era Estate e portava un manto giallo.
La quarta era Autunno e portava un manto rosso.
La valle era solcata da un torrente ricco di acqua cristallina e le sponde erano ammantate da alberi rigogliosi.
Ogni albero aveva diversa forma e diversa chioma, così che le fate potevano giocare a dare nomi e soprannomi.
Il tempo trascorreva nel godere della bellezza e della vita, e tutte insieme le fate si prendevano cura dei loro alberi.
Inverno le annaffiava, Primavera le potava, Estate le faceva crescere e Autunno aiutava.
Gli anni passavano, la valle continuava ad essere incantevole e le fate felici, tanto che la cosa si riseppe.
Arrivò la notizia ad un orco cattivo e geloso, che preso dall’ira di sapere che qualcosa di incantato potesse esistere, si mise in viaggio con volontà di conquista e distruzione.
Il brutto orco arrivò molto presto nella valle.
Le fate non fecero in tempo ad accordarsi su come affrontarlo e furono prese alla sprovvista.
Fu così che l’orco vide per prima Inverno.
Le si avventò contro urlando: “che non sia più nulla di te e che ciò che è tuo sia distrutto!”
La fata non poté evitare di essere sbranata, ma fece in tempo a fare un incantesimo: “ciò che è nostro non sarà tuo, perché se non sarò più ai tuoi occhi, continuerò ad essere per la valle e i suoi alberi con il mio manto!”
La valle immediatamente si ricoprì di una spessa coltre di candida neve.
E con questo Inverno non trascurò di continuare ad annaffiare la vegetazione.
L’orco si indispettì ancora di più perché vide che la valle aveva acquistato un nuovo splendore.
Pensando che la scomparsa di una sola fata non fosse sufficiente per distruggere la valle, si scagliò contro Primavera.
Fece per mangiarsela in un boccone dicendo: “che non sia più nulla di te e che ciò che è tuo sia distrutto!”
Ma anche Primavera fece in tempo a esprimere il suo desiderio: “ciò che è nostro non sarà tuo, perché se non sarò più ai tuoi occhi, continuerò ad essere per la valle e i suoi alberi con il mio manto!”
Fu così che dopo la neve, cominciarono a comparire piccole e tenere foglioline su ciascun ramo, tanto che la valle prese ad essere di un verde intenso.
E con questo Primavera non trascurò di continuare a potare la vegetazione.
L’orco ancora più arrabbiato per il potere positivo delle fate di fronte alla sua volontà di devastazione, si scagliò contro Estate abbaiando: “che non sia più nulla di te e che ciò che è tuo sia distrutto!”.
Ma come le due volte precedenti, anche la terza fata riuscì a proferire la formula magica: “ciò che è nostro non sarà tuo, perché se non sarò più ai tuoi occhi, continuerò ad essere per la valle e i suoi alberi con il mio manto!”.
Fu così che un sole luminoso, forte, caldo e deciso, invase l’aria, la natura e i personaggi.
Con questo Estate non trascurò di continuare a far crescere la vegetazione.
Ma l’alone giallo del sole fu tale, che l’orco non riuscì a sopportare la temperatura e morì in un battibaleno.
Rimase Autunno, che sorpresa dall’abilità delle altre fate, decise di prodigarsi anche lei con un incantesimo e ordinò: “ciò che è nostro sarà di tutti, perché se anche non saremo più visibili come fate, continueremo ad essere per la valle e i suoi alberi con il nostro manto, e poiché io sono sempre stata colei che aiutava, aiuterò ancora, regolando nel tempo il susseguirsi degli incantesimi e mostrando contemporaneamente nella mia stagione i quattro colori dei manti!”
Fu così che la valle continuò ad essere bella, sempre più bella, per sempre!